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"15. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
dal costo al valore

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Il rapporto Regione - Province nell’organizzazione del sistema regionale delle biblioteche

Angelo Tabaro, Direttore generale della Direzione Cultura della Regione Veneto


Innanzitutto un saluto e un ringraziamento alla Querini, che si può considerare in pratica un braccio operativo di altissima qualità per l'attività della Regione nel settore dei beni culturali e, come sede della Biblioteca Regionale specializzata in biblioteconomia, una sorta di articolazione dell'attività regionale nella formazione e aggiornamento rivolta alle professionalità degli operatori del settore. Sull'impegno della Regione su questo tema, così come su quello dei rapporti con le province, si è già soffermato stamattina il dottor Canella.

Il Seminario Vinay è ormai diventato un momento storico di confronto, la cui importanza e prestigio nazionale, così come il suo livello qualitativo, sono sottolineate dalla presenza di Luciano Scala che, come Direttore Generale del Ministero dei Beni Librari, dimostra l'attenzione del Ministero per l'attività delle regioni e per la specifica materia.

Il mio intervento si limita ad una riflessione sull'importante tema del rapporto Regione - Province nell'organizzazione del sistema regionale delle biblioteche. Sistema partito un po' in sordina, perché la nostra legge regionale sui beni librari era stata costruita sostanzialmente sull'idea dell'erogazione di contributi alle biblioteche. Era una legge che tendeva a stimolare la nascita di biblioteche nel territorio, intese come istituti organizzati che svolgessero un servizio che prima non esisteva, sostenendo economicamente la loro attività. E quindi si giustificava nel 1984 e nella situazione antecedente a questa data, con quel quadro normativo di riferimento. Se le biblioteche civiche del Veneto non sono le mille che risultano censite dall'ICCU, comprensive anche di molte altre realtà, possiamo affermare però che oggi nel Veneto quasi ogni comune ha una biblioteca, intesa non solo come una stanza in cui sono depositati alcuni libri come era nell'immediato dopoguerra, ma come erogatrice di servizi.

Raggiunto questo risultato sorge un'altra riflessione: prima l'obiettivo era stimolare e promuovere la nascita dei servizi, adesso è quello di elevarne lo standard qualitativo, parallelamente a quello che è stato fatto nei musei. In ambito museale tutto è nato con la legge Bassanini, in particolare da quell'articolo che prevedeva la definizione di standard minimi per la gestione dei musei statali che dovevano passare alle regioni e che noi come Regione abbiamo considerata un'ottima cosa facendola nostra. Abbiamo adottato questi standard, li abbiamo discussi e approfonditi a livello regionale elaborandoli fino a farli diventare un documento regionale anche per la nostra organizzazione dei musei locali, comunali e di interesse locale.

La stessa evoluzione dovrebbe interessare lentamente anche il settore delle biblioteche, per cui vale lo stesso riferimento normativo alla legge Bassanini. Il processo di trasferimento delle competenze o di articolazione delle competenze dei territori in materia di beni librari non è ancora mai stato affrontato. O meglio, in questi ultimi anni abbiamo intrapreso questa azione di sostegno e stimolo ai centri servizi provinciali perché ci pareva che le province rappresentassero un livello ottimale di servizi concreti alle singole biblioteche, ma al tempo stesso avessero la sensibilità di porsi in un quadro di relazioni e di analisi dei servizi tale da garantire un'ottica di sistema senza essere presi dalle incombenze dell'attività quotidiana. E devo dire che in questi anni, sia pur con tempi e modalità diverse, tutte le province del Veneto sono ormai pronte a svolgere un ruolo di interfaccia con la Regione e le politiche regionali in materia di biblioteche.

Regione che a sua volta si rapporta con il Ministero per tutta una serie di problematiche relative alla qualità, a SBN, che ha bisogno di un significativo rilancio nella nostra Regione.

Abbiamo cominciato intanto così, in maniera sperimentale, a stimolare i centri servizi, ponendoci come passaggio successivo l'attuazione di quello che in qualche modo, sempre in forza della Bassanini, abbiamo fatto nello spettacolo: la Regione ha approvato una legge, la n. 11 del 2001, che prevede un trasferimento e delega alle province di alcune attività in materia di cultura. In particolare nello spettacolo è stato dato corso alla delega più semplice, quella a gestire la ripartizione dei contributi. Vorremmo adesso cominciare ad affrontare il tema, e il dialogo con l'Assessore durante la relazione di questa mattina già cominciava a dare un messaggio in questo senso, della definizione delle modalità e dei tempi del trasferimento alle province di certo tipo di attività e di servizi bibliotecari, di coordinamento a livello territoriale, mantenendo alla Regione funzioni di coordinamento, di collegamento con il Ministero, di tutela.

Il Codice dei Beni Culturali infatti non ha tolto la tutela alle regioni, aprendo anzi la possibilità di ampliarla - sulla base di specifici accordi con Ministero - alle carte geografiche, agli spartiti musicali, alle fotografie e audiovisivi, materiali che prima erano esclusi dalla competenza regionale, secondo un'architettura variabile compatibile con le diverse realtà del sistema Italia.

Io credo che dopo gli anni della sperimentazione, ora sia giunto il momento di ridefinire i tasselli che andranno a costituire il sistema veneto dei beni librari. Abbiamo un problema, di cui siamo consapevoli: SBN, a cui abbiamo creduto moltissimo, ha avuto grande difficoltà di sviluppo, arrivando ad punto critico. Nel Veneto abbiamo tre poli distinti: quello dell'Università di Padova, quello della Biblioteca Nazionale Marciana e quello della Regione. Già abbiamo avuto occasione per dire che non abbiamo nessun desiderio di primato. L'ideale sarebbe di riuscire ad usare un unico prodotto per il sistema, visto che la crescita delle biblioteche nel Veneto c'è stata ed è reale, e quindi siamo già disponibili ad affrontare nuove tecnologie. Vedremo, stiamo lavorando anche per rispondere a tutte le esigenze tecnologiche che l'ampliamento di SBN comporta. Credo però che se noi riusciamo a far crescere le province in questo senso, avendo chiara l'idea che si svolge un servizio certamente a livello locale, ma si contribuisce parallelamente anche al servizio bibliotecario nazionale, le province stesse possano essere veramente gli strumenti che ci permettono di far ripartire con nuova linfa, anche secondo le nuove istruzioni che vengono fornite a livello nazionale, il progetto del Servizio Bibliotecario Nazionale. Ritengo che questo sia uno degli obiettivi che come Regione dobbiamo porci nel 2005: cominciare cioè a delineare anche in maniera formale, regolamentata, alcune competenze, non soltanto attraverso delibere e concessione di finanziamenti, ma con il riconoscimento del ruolo forte della provincia in questo settore e ad affrontare assieme e non più soltanto come tecnici regionali, ma come squadra, il rapporto con il sistema nazionale per rilanciare SBN.


Copyright AIB 2005-08-09, ultimo aggiornamento 2005-09-11 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay15/tabaro04.htm


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