«Bibliotime», anno XVII, numero 1 (marzo 2014)

Precedente Home Successiva



Iryna Solodovnik, Paola Rizzitano

Open Science 2020: Harmonizing Current OA practices with H2020 Guidelines



Abstract

This article presents workshop 'Open Science 2020: Harmonizing Current OA practices with H2020 Guidelines' hosted by ISTI-CNR, Pisa, Italy 8th April 2014. Workshop’s mission was to outline the response from Italian research community to requirements of the European Commission 'Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data under Horizon 2020'. Contributions from a large number of participants covered different aspects of Open Access, Open Data and Open Science, outlining initiatives and proposed solutions from various research institutions and universities, verifying whether and how they can contribute to support H2020 Guidelines and Open Research Data Pilot. The panel discussion was dedicated to identify what technological, legal, economic and policy gaps to be overcome, and how to harmonize national solutions on Open 'data-driven' Science with those at European level.

Under Horizon 2020, each beneficiary must
ensure Open Access to all peer-reviewed scientific publications
relating to its results [...]
the beneficiary must aim to deposit at the same time the
Research Data [1] needed to validate the results presented in the [2].

Sulla scia delle politiche promosse dall'Unione Europea in materia di Open Access (OA), la Commissione Europea, di recente, ha lanciato, relativamente al programma Horizon 2020, un'importante sfida attraverso il rilascio di Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data [3] e l'attivazione del progetto Open Research Data Pilot [4], un'iniziativa supportata con un budget di 3 miliardi di euro, 20% del budget Horizon 2020 [5] per il periodo 2014/2015.

Nella strategia della ricerca europea la Commissione - che già nel 2008, all'interno del 7° PQ, aveva posto in essere un Open Access Pilot [6] - ha maturato la consapevolezza che l'OA rappresenti non solo uno straordinario strumento per la comunicazione scientifica, ma anche un potenziale punto di raccordo di un complesso intreccio di processi di validazione, valutazione, diffusione e riuso dei dati della ricerca, la cui corretta gestione può costituire un formidabile volano di sviluppo economico e sociale dei territori dell'Unione.

La sperimentazione avviata attraverso queste iniziative è volta a raccogliere elementi utili a comprendere le tecnologie e le metodologie necessarie a un efficace processo di condivisione della ricerca, ma soprattutto ad evidenziare i fattori limitanti che ad oggi ostacolano la diffusione dell'OA. Inoltre il progetto Open Research Data Pilot mira ad incentivare lo sviluppo, nei ricercatori, di una cultura adeguata alla gestione e alla condivisione responsabile e consapevole dei dati della ricerca. I segnali che è possibile cogliere da questi nuovi fermenti rimandano ad una comunicazione scientifica in trasformazione, ad uno scenario evolutivo e dinamico dove le pubblicazioni diventano lo sfondo per la rappresentazione di dati provenienti dagli esperimenti e dai processi in risposta ad un incrementale fabbisogno informativo che caratterizza il contesto di innovazione e crescita che Horizon 2020 è chiamato a supportare.

L'approccio proposto dall'Unione Europea è aperto all'applicazione di modelli di Green e Gold Road [7] e di incoraggiamento verso l'implementazione di Data Managment Plans (DMPs) [8] per la gestione del ciclo di vita dei dati della ricerca [9]. La Ricerca Europea trova, dunque, un nuovo orizzonte in un ecosistema caratterizzato dal fenomeno dei Big Data all'interno di un contesto complesso di relazioni multidisciplinari tra fonti eterogenee [10].

Queste tematiche hanno animato il Workshop dal titolo Open Science 2020: Harmonizing Current OA practices with H2020 Guidelines, [11] organizzato l'8 aprile 2014 dall'ISTI-CNR presso l'Auditorium dell' Area della Ricerca CNR di Pisa. L'iniziativa, resa possibile grazie alla collaborazione di INIST-CNRS (Francia), OpenAIRE (UE) e GreyNet International (Grey Literature Network Service), ha beneficiato del contributo di Stefania Biagioni, Donatella Castelli, Paola Gargiulo, Costantino Thanos in qualità di membri del Comitato di programma.

L'obiettivo dell'evento è di aprire un dibattito sull' applicazione, nel nostro paese, delle citate Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data in Horizon 2020, e sulla possibilità di implementazione di modelli nazionali [12] armonizzati ed interoperabili con le soluzioni europee.

Il Workshop, sponsorizzato da alcuni tra i maggiori sostenitori di iniziative OA e e-science, ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di relatori di alto profilo scientifico e professionale, che ha richiamato la partecipazione di oltre 140 utenti, provenienti da diversi domini di ricerca pubblica e privata.

Dopo l'apertura dei lavori e il saluto istituzionale di Domenico Laforenza, Presidente dell'Area della Ricerca di Pisa, Jarkko Siren, della DG-CNECT, Commissione Europea, ha illustrato le politiche OA integrate nel programma Horizon 2020 [13] e le relative aree core su cui il progetto pilota è attivo [14]:

  1. Future and Emerging Technologies.

  2. Research infrastructures – part e-Infrastructures.

  3. Leadership in enabling and industrial technologies – Information and Communication Technologies.

  4. Societal Challenge: Secure, Clean and Efficient Energy – part Smart cities and communities.

  5. Societal Challenge: Climate Action, Environment, Resource Efficiency and Raw materials – with the exception of topics in the area of raw materials.

  6. Societal Challenge: Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective Societies.

  7. Science with and for Society.

Jarkko Siren ha affermato che per l'Unione Europea ottimizzare la cooperazione OA [15] tra i ricercatori significa potenziare l'impatto della ricerca sulla crescita economica. L'UE vuole giocare questa scommessa nella consapevolezza che un simile percorso richiede ancora ulteriori sforzi per la soluzione di questioni aperte relative alla sicurezza, al quality research assessment control, al data curation, all'archiviazione dei dati, al data sharing.

Perplessità queste ultime condivise anche dagli olandesi Peter Doorn, DANS, NL, e Dominic Farace, GreyNet International, NL, che hanno illustrato le loro esperienze quali: DANS (Data Archiving and Networked Services) data Archive [16], popolato da più di 20 milioni di dataset; NARCIS OA repository [17]; PERSID (Persistent Identifier Infrastructure) [18]; KNAW Policy on OA and digital preservation [19]. Doorn ha, inoltre, analizzato le motivazioni della diffidenza dei ricercatori verso l'apertura dei dati proponendo possibili soluzioni ad un più sereno approccio [20].

Molto ricca ed incisiva la relazione di Donatella Castelli, dell'ISTI-CNR, che ha innanzitutto fatto una panoramica dei risultati conseguiti dal progetto OpenAIRE (Open Access Infrastructure Research for Europe) , e ha illustrato i suoi sviluppi futuri presentando poi il Data Repository ZENODO [21] e i Support Helpdesk [22] attivati in 27 stati membri dell'Unione Europea.

Mentre sul piano delle iniziative e delle infrastrutture l'OA in Europa si sta arricchendo di strumenti sempre più efficaci, il processo di armonizzazione delle norme e delle regole nazionali appare, invece, più lento e tortuoso. L'Open Access sulla cresta dell'onda normativa: opportunità e sfide, è stato il titolo dell'intervento di Roberto Caso dell'Università degli Studi di Trento, che ha ravvisato sul piano normativo, in Europa e in Italia, la mancanza di una visione di insieme ed una scarsa focalizzazione sugli elementi core dell'OA, quali ad esempio il copyright [23] e le politiche di valutazione, che bloccano il percorso all'OA; al riguardo, infatti, basti considerare la Legge 112 del 7 ottobre 2013 [24].

Horizon 2020 rappresenta un banco di prova per la capacità di attivare, anche in Italia, la ricerca aperta in conformità ai parametri fissati nella Raccomandazione della Commissione Europea 2012/417/UE [25], sull'accesso e la conservazione dell'informazione scientifica. Un'occasione, sotto questo profilo è rappresentata dal Bando SIR: Scientific Independence of Young Researchers [26], ex. FIRB, il quale all'articolo 9 prevede espressamente che "ciascun PI deve garantire l'accesso aperto - accesso gratuito on-line per qualsiasi utente - a tutte le pubblicazioni scientifiche 'peer-reviewed' relative ai risultati ottenuti nell'ambito del progetto".

Hilary Hanahoe, Trust-it, ha presentato la Research Data Alliance (RDA) [27] e i diversi RDA Interest e Working groups, che hanno l'obiettivo di creare ponti di cooperazione sociale e tecnologica per favorire la condivisione aperta e globale dei dati.

Paolo Manghi, ISTI-CNR, ha illustrato le sfide scientifico-tecnologiche dell'OA nell'ambito della ricerca che vedono una crescente esigenza di gestione dei workflow della comunicazione scientifica e la necessità di fare sistema a livello di Research Infrastructures, sviluppando adeguate Policy per condividere la ricerca e per tutelare gli access rights, promuovendo nel contempo Scholary Communication Infrastructures per data publishing, Data Journals e Enhanced Publications.


Maurizio Lancia, CNR-Reti e Sistemi Informativi, ha spiegato come il CNR sta provando a raccogliere diverse sfide OA implementando strategie di gestione del ciclo di vita di Digital research Objects. A seguito dell'adesione alla Dichiarazione di Berlino, il 23 marzo del 2013 il CNR ha siglato un Position Statement sull'OA per costruire la prima infrastruttura italiana per l'e-science, conforme alle politiche europee [28]. A partire dal 2010 i dati di ricerca del CNR sono disponibili sul portale <http://data.cnr.it>, che permette di navigare gli Open Data con licenza CC BY tramite Linked Data, utilizzando il motore Semantic Scout. Il CNR è promotore del progetto S&T Digital Library [29], Biblioteca Digitale di tipo federato, che ha l'obiettivo di:

Completa il quadro delle attività CNR Stefano Nativi, dell'IIA-CNR, segnalando l'adesione dell'Ente nazionale di ricerca al Belmont Forum [30] che, in collaborazione con e-Geos [31], partecipa al processo di armonizzazione di oltre 50 milioni di dati aperti prodotti da 92 diversi paesi. Nativi, in qualità di presidente del Brokering Interesting GroupSession [32] della RDA (Research Data Alliance), ha proposto nuove soluzioni di intermediazione e di trasformazione per l'interoperabilità tecnica e la scalabilità in un approccio federato, che abbraccia diversi domini applicativi e organizzazioni: "In science, Brokering architectures introduce a new (middleware service) framework that does not belong either to the Data Producer's or to the User's Communities. Its governance and sustainable operation emerges as a clear challenge. With the introduction of Brokering in major information system initiatives, addressing the issues of governance is important at this time" [33].

Giuseppe Fiameni, CINECA, ha descritto le iniziative del CINECA, in particolare HPC (High Performance Computing & Simulation) - HPDA (High-Performance Data Analysis) con focus sui Repoisitory OA. Nell'ottica dell'OA il Consorzio ha definito anche le linee guida per l'infrastruttura di dati aperti e persistenti [34] ispirandosi al progetto europeo EUDAT (European Data Infrastructure) [35].

Paola Gargiulo, CINECA, ha illustrato la rete OpenAIRE NOAD (National Open Access Desks) [36] che offre supporto e assistenza per la disseminazione dei prodotti della ricerca, e il percorso verso l'integrazione tra due CRIS (Current Research Information System) del CINECA quali Surplus (Sistema Università Ricerca plus) e U-GOV (il sistema informativo integrato per la governance degli Atenei e degli Enti  di Ricerca) [37] per il deposito aperto e la valutazione delle pubblicazioni OpenAIRE compliant. Inoltre, Gargiulo ha rilevato la mancanza di un coordinamento nazionale delle Policy e delle norme OA.

Alla luce di tali considerazioni, l'annuncio dell'incontro programmato a Messina il 3 e 4 novembre 2014 in occasione dei 10 anni dalla firma della Dichiarazione di Messina, viene salutato come una buona occasione, per il mondo accademico, per celebrare e riaprire il dibattito nazionale su come rendere più efficace l'apertura dei dati della ricerca in Horizon 2020.

Alberto Michelini, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-INGV, nel suo intervento dal titolo Accesso Aperto ai risultati della ricerca nell'ambito delle Scienze della Terra: Pratiche correnti, sfide e piani futuri, ha illustrato le diverse tipologie di dati aperti messi a disposizione dall'Istituto, elaborati e condivisi in tempo reale: dati grezzi; prodotti sviluppati sui dati provenienti da procedure automatizzate e risultanti dalle indagini della ricerca; prodotti di dati integrati; software e altri strumenti informatici.

Nel primo pomeriggio l'intervento di ampio respiro di Juan Carlos de Martin, Politecnico di Torino, dal titolo suggestivo La battaglia delle idee, ha inteso tracciare il percorso evolutivo dell'OA dalla sua nascita ad oggi. Da un movimento di pionieri, promotori di Manifesti e Dichiarazioni, l'OA è passato ad una fase in cui gli attori erano cultori volontari e spesso solitari, fino a giungere ad un'era, quella odierna, di incentivi ed obblighi che necessariamente estende il dominio a nuovi stakeholder. Lentamente, quindi, un ambito nato a stretto appannaggio dei bibliotecari si è dischiuso all'intera comunità scientifica per "conquistare i cuori e le menti" [38] dei ricercatori. Occorre ora una corretta politica di condivisione e di comunicazione che incentivi i ricercatori, anche attraverso il riconoscimento di awards, ad essere parte attiva in questa nuova stagione di scienza aperta.

Il Workshop ha proseguito con gli interventi di relatori che hanno riportato esperienze significative a livello settoriale. Nel campo della Medicina Paola De Castro, Istituto Superiore di Sanità-ISS, , ha riferito che in Medline la produzione italiana OA è del 3%, mentre nel DOAJ il paese si colloca al 9 posto con ben 290 riviste OA, un dato non negativo ma su cui può ancora molto lavorare. L'Archivio digitale DSpace ISS conta più di 34.000 prodotti indicizzati con i termini MESH, a testimonianza dell'impegno che ISS ha profuso da anni in una politica di dati aperti [39].

Stefano Bianco, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-INFN, ha tracciato rapidamente la storia dell'OA nel campo della fisica [40]. Nel 2013 INFN, ha lanciato, in collaborazione con OpenAIRE un Repository di ricerca unico, conforme alle linee guida OA su Horizon 2020, che utilizza INFN Big Data [41], software Invenio NEXT e Repository ZENODO. Bianco sostiene che la sfida attuale consiste nello sviluppo di un meccanismo di certificazione indipendente dagli editori.

L'ultimo intervento prima del PANEL, dal titolo "Accesso Aperto ai risultati della ricerca nell'ambito delle Scienze Umane: Pratiche correnti , Sfide e Piani futuri" è stato quello di Sara Di Giorgio, Ministero dei  Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che ha riferito le attività dell'ICCU per l'apertura di dataset nel settore umanistico ai fini della loro maggiore interoperabilità, per la definizione di Policy e Roadmap, e per la promozione di incontri e di altri strumenti utili a migliorare e armonizzare il Data Curation, l'interoperabilità e la diffusione dell'accesso.

La giornata si è conclusa con una tavola rotonda sul tema Come realizzare la Scienza Aperta nelle sue 4 dimensioni: Politica, Giuridica, Tecnologica ed Economica [42], che ha dato luogo ad una discussione più concreta sui temi trattati. In particolare:

Iryna Solodovnik, Istituto di Informatica e Telematica - CNR, Rende (IT), e-mail: iryna.solodovnik@iit.cnr.it

Paola Rizzitano, Istituto di Informatica e Telematica - CNR, Rende (IT), e-mail: paola.rizzitano@iit.cnr.it


Note

[1] "Research data [underlying data] is any material collected, observed, or created for the purposes of analysis to generate original research results, irrespective of the format of data. It may be digital, paper based or in other forms" (University of Bath, <http://www.bath.ac.uk/research/data/>).

[2] Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data in Horizon 2020, Version 1.0, 11 December 2013, p. 3-5, <http://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/grants_manual/hi/oa_pilot/h2020-hi-oa-pilot-guide_en.pdf>.

[3] Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data in Horizon 2020, cit.

[4] Open Access to research data: the Open Research Data Pilot, OpenAIRE Portal, 19/12/2013, <http://www.openaire.eu/it/open-access/open-access-in-h2020/h2020-oa-data>.

[5] Commission launches pilot to open up publicly funded research data. EC - IP/13/1257, 16/12/2013 <http://europa.eu/rapid/press-release_IP-13-1257_en.htm>. Per Horizon 2020 (2014/2020) sono stati stanziati 70,2 miliardi: <http://www.techeconomy.it/2013/11/22/horizon-2020-leuropa-lancia-il-programma-da-70-miliardi-per-innovazione-e-ricerca/>.

[6] <http://ec.europa.eu/research/science-society/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1300>

[7] Antonella De Robbio, Gold vs Green: le differenti vie dell'accesso aperto,"Il Bo: il Giornale dell'Università degli studi di Padova", 01 ottobre 2013, <http://www.unipd.it/ilbo/content/gold-vs-green-le-differenti-vie-dell%E2%80%99accesso-aperto>.

[8] Guidelines on Data Management in Horizon 2020, Version 1.0, 11 December 2013, <http://ec.europa.eu/research/participants/data/ref/h2020/grants_manual/hi/oa_pilot/h2020-hi-oa-data-mgt_en.pdf>. Vedi anche Data Management Guide for Public Participation in Scientific research, DataONE Public participation in Scientific research Working Group, February, 2013, <http://citizenscientistsleague.com/2013/03/08/data-management-guide-for-citizen-scientists-released/>; UK's Digital Curation Centre, Data Management Plans, <http://www.dcc.ac.uk/resources/data-management-plans>; UK Data Archive, <http://www.data-archive.ac.uk/>; California Digital Library (CDL) Data Management: <http://www.cdlib.org/about/approach.html>; Data Management in MIT Libraries, <http://libraries.mit.edu/guides/subjects/data-management/index.html#checklist>; UWA (University of Western Australia), Data Management Plan. <http://guides.is.uwa.edu.au/content.php?pid=319161&sid=2612374>; DMP Rights & Responsibilities (Preserving research Data in Canada), <http://preservingresearchdataincanada.net/>.

[9] Alex Ball, Review of Data Management Lifecycle Models. Other. University of Bath, Bath, UK, 2012, <http://opus.bath.ac.uk/28587/1/redm1rep120110ab10.pdf>.

[10] 3rd Liber Workshop on Digital Curation, Keeping data: the process of Data Curation, Vienna, 19-20 May 2014, <http://liber2014.univie.ac.at/>; Giacomo Destro, Big Data: a desert or a tsunami: fearing Big Data, "Science on the Net: the Italian research in the world", 20 January, 2014, <http://www.scienceonthenet.eu/content/article/giacomo-destro/desert-or-tsunami-fearing-big-data/january-2014>; ERCIM News No. 89 Special Theme, Big Data, Guest ed. Stefan Manegold, Martin Kersten, CWI, The Netherlands, and Costantino Thanos, ISTI-CNR, Italy, April 2012, <http://ercim-news.ercim.eu/en89/special>.

[11] <http://eventi.isti.cnr.it/index.php/it/info>. L'evento è stato preceduto da un Workshop sul tema Grey Literature and Policy Development: The Pisa Declaration, <http://eventi.isti.cnr.it/index.php/en/programme-grey>.

[12] Dati e cifre sull'Open Access in Italia - 2013, PLEADI, <http://wiki.openarchives.it/index.php/Dati_e_cifre_sull'Open_Access_in_Italia_-_2012>.

[13] Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data in Horizon 2020, cit.

[14] Esiste la possibilità di chiedere, per alcune motivazioni da documentare, l'esclusione dal Pilot: "Projects may opt out of the Pilot on Open Research Data in Horizon 2020 in a series of cases that include conflict with obligation to protect results, with confidentiality obligations, with security obligations or with rules on protection of personal data". Open Access to research data: the Open Research Data Pilot, OpenAIRE Portal, cit.

[15] "The Commission encourages authors to retain their Copyright and grant adequate licences to publishers. Creative Commons offers useful licensing solutions in this regard (e.g. CC-BY or CC-0 licences, <http://creativecommons.org/licenses>). This type of licence is a good legal tool to enable Open Access in its broadest sense", Guidelines on Open Access to Scientific Publications and Research Data in Horizon 2020, cit., p. 8.

[16] <http://www.dans.knaw.nl/en>

[17] <http://www.narcis.nl/>

[18] <http://www.persid.org/>

[19] <https://www.knaw.nl/en/topics/open-access-and-digital-preservation/open-access/policy>

[20] Peter Doorn, Seven common objections to data sharing… and how to overcome them (slide), <http://www.slideshare.net/pkdoorn>; Priego, Ernesto. Who's Afraid of Open Access?, in "The Comics Grid: Journal of Comics Scholarship", October 4th, 2013: <http://blog.comicsgrid.com/2013/10/whos-afraid-open-access/>.L'esempio di UK Data Archive per una aperta condivisione dei dati: <http://www.data-archive.ac.uk/>.

[21] Antonella De Robbio, La ricerca condivisa: nasce ZENODO, il data repository europeo, 24 maggio 2013, <http://www.unipd.it/ilbo/content/la-ricerca-condivisa-nasce-zenodo-il-data-repository-europeo>.

[22] "OpenAIRE realizza l'infrastruttura per dare supporto ai ricercatori nell'adeguamento alle richieste della Commissione Europea con il Progetto Pilota sull'Open Access, e alle linee guida dell'European Research Council sullo stesso tema. Mette a disposizione un sistema di Helpdesk distribuito in 27 paesi, per garantire il supporto legato al contesto di appartenenza", <http://www.openaire.eu/it/support/faq/open-access?print=1&tmpl=component>.

[23] De Wolf e Partners, Study on the application of Directive 2001/29/EC on copyright and related rights in the information society - 16.12.2013, <http://ec.europa.eu/internal_market/copyright/studies/index_en.htm>.

[24] Legge 7 ottobre 2013, n. 112 (in G.U. 08/10/2013, n. 236), Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo, <http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2013;91>; Roberto Caso, Il decreto "Valore cultura". La legge italiana sull'accesso aperto agli articoli scientifici: una prima panoramica,"AEDON: Rivista di arti e diritto on line", 3 (2013), <http://www.aedon.mulino.it/archivio/2013/3/caso.htm>; Antonella De Robbio, L'Open Access è legge anche in Italia, "Il Bo. Il Giornale dell'Università degli studi di Padova", 25 ottobre 2013, <http://www.unipd.it/ilbo/content/l%E2%80%99open-access-e-legge-anche-italia>.

[25] <http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2012:194:0039:0043:IT:PDF>.

[26] DR 23 gennaio 2014 n.197, che con oltre 47 milioni di euro stanziati. Vedi anche <http://sir.miur.it/>; Antonella De Robbio, La ricerca italiana verso Horizon 2020 con il bando Sir, in "Il Bo. Il Giornale dell'Università degli studi di Padova", 13 febbraio 2014, <http://www.unipd.it/ilbo/content/la-ricerca-italiana-verso-horizon-2020-con-il-bando-sir>; Marco Viola, Open Access: primo bando in Italia, in "UNI news 24.it", 28 Gennaio 2014, <http://www.uninews24.it/archivio/news-nazionali-universita-italia/12009-openaccess-primo-bando-in-italia.html>.

[27] <https://rd-alliance.org/>; RDA Fourth Plenary Meeting 22 - 24 September 2014 - Amsterdam, The Netherlands, <https://www.rd-alliance.org/rda-fourth-plenary-meeting.html>; Building Global Partnerships Research Data Alliance 2nd Plenary Meeting September 16-18, 2013 National Academy of Sciences Washington DC, US, <https://www.rd-alliance.org/sites/default/files/RDA%202nd%20Plenary%20Documentation_v5.pdf>.

[28] Si veda il sito del CNR – firmatari della Position Statement, <http://www.cnr.it/sitocnr/Iservizi/Biblioteche/PositionAccessoAperto.html>.

[29] <http://stdl.cnr.it/wiki/index.php/Pagina_principale>.

[30] <http://earthcube.ning.com/group/belmont-forum-e-infrastructure-knowledge-hub-progr>.

[31] <http://www.asi.it/it/agenzia/societa_partecipate/e-geos>.

[32] <https://rd-alliance.org/sites/default/files/Presentation%20(Nativi)-published.pdf>.

[33] <https://rd-alliance.org/internal-groups/brokering-ig.html>.

[34] Adottato il G8 Open Data Charter, 26 giugno 2013, <http://www.agid.gov.it/notizie/adottato-il-g8-open-data-charter>; European Persistent Identifier Consortium (EPIC) Handle System, <http://eudat.eu/User+Documentation+-+PIDs+in+EUDAT.html>.

[35] <http://www.cineca.it/it/progetti/eudat>; 2nd EUDAT Conference, 28 - 30 October 2013, Rome, Italy, <http://www.eudat.eu/system/files/EUDAT2ndConferenceDocument(Web%20version)2.1.pdf>.

[36] Assisting start-up projects , 27 Novembre 2013, <http://www.openaire.eu/it/component/content/article/76-highlights/501-confine-project>; Overview of Open Access in the EU member states: <http://www.openaire.eu/en/open-access/country-information>.

[37] <http://www.cineca.it/en/content/surplus; http://www.cineca.it/en/content/u-gov>

[38] Alessandro Sarretta, Obiettivo Open Science: conquistare i cuori e le menti, April 9, 2014, <http://openscience.it/2014/04/09/obiettivo-open-science-conquistare-i-cuori-e-le-menti/>.

[39] ISS ha partecipato al progetto NECOBELAC (OA nel FP7), progetto AMIANTA, ECDL progetto pilota Health Doc, ECRAN ed è stato la prima istituzione italiana ad entrare in SCIELO (Scientific Electronic Library Online, <http://www.scielo.br/>) e in MEDOANET (Mediterranean Open Access Network, <http://www.medoanet.eu/>), perseguendo un approccio pluridisciplinare ed intersettoriale per costruire l'infrastruttura dell'e-science. Inoltre, Paola De Castro ha presentato la versione italiana HowOpenIsIt, uno strumento prodotto da PLOS, SPARC e OASPA per favorire la comprensione dei diversi livelli di apertura delle pubblicazioni, in funzione di una griglia di parametri associati all'OA (<http://www.plos.org/open-access/howopenisit/>).

[40] Nel 1954 è stato implementato il primo Archivio pre-print per i fisici e nel 1997 sono state pubblicate le prime riviste OA.

[41] <http://opendata.ctinfn.it>.

[42] Coordina: C. Thanos. Partecipano: F. Benedetti (Università di Trieste, IT), S. Bianco (INFN, IT), R. Caso, Università degli Studi di Trento, IT, J.C. De Martin Politecnico di Torino, IT, A. De Robbio CAB-Università degli Studi di Padova, IT, S. Nativi IIA-CNR, IT, A. M. Tammaro Università degli Studi di Parma, IT.

[43] <http://roarmap.eprints.org/884/1/Units_policy_OAI.pdf>; <www.openstarts.units.it>.

[44] Andrea Cerroni, Open Science in Open Society, in "Scienza in rete", 27 agosto, 2013, <http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/andrea-cerroni/open-science-open-society/agosto-2013>.

[45] Il termine è un conio di Antonella De Robbio, Is Open Access ready to move beyond the libraries walls?, 2009, in Giornata nazionale sull'Open Access, Roma, 23 October 2009, <http://eprints.rclis.org/13570/>.

[46] Anche questo termine è stato coniato da Antonella De Robbio: Chi sorveglia gli editori predatori, in "Il Bo. Il giornale dell'Università degli studi di Padova", 20 febbraio 2013, <http://www.unipd.it/ilbo/content/chi-sorveglia-gli-editori-predatori>.

[47] Criteria are for intelligent openness; data must be accessible, intelligible, assessable, and reusable, Data.Gov.UK, 28/06/2012, <http://data.gov.uk/blog/an-intelligently-open-enterprise>.

[48] Data Curation, in "Information Standards Quarterly (ISQ)", NISO, 25 (2013), 3, <http://www.niso.org/publications/isq/2013/v25no3/>; Digital Librarian, The University of Southern California, 2014, <http://librarysciencedegree.usc.edu/digital-librarian/>.




«Bibliotime», anno XVII, numero 1 (marzo 2014)

Precedente Home Successiva


URL: http://static.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-xvii-1/solodovnik.htm