[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot. Lettera di Igino Poggiali

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E' pervenuta a "Bibelot" una lettera dal presidente del comitato esecutivo nazionale AIB, Igino Poggiali, in risposta all'editoriale, dal titolo Un disagio un impegno, apparso sull'ultimo numero del notiziario (2002, 1). L'editoriale di "Bibelot" (che, per un refuso, è apparso nella versione cartacea senza la firma dell'autore, Massimo Rolle) indicava una serie di critiche e di problemi aperti, ai quali Poggiali risponde nella sua lettera. Ne abbiamo anticipata la pubblicazione sul web, e la inseriamo adesso in questo numero di "Bibelot", perché crediamo possa contribuire all'allargamento dell'informazione su temi importanti per la crescita e lo sviluppo dell'Associazione. Coloro che volessero intervenire nel dibattito possono farlo scrivendo direttamente a "Bibelot": crediamo che anche questo sia un modo per accrescere la partecipazione dei soci alla vita politica dell'Associazione.



UN DISAGIO, UNA PREOCCUPAZIONE

di Igino Poggiali
(Presidente del Comitato esecutivo nazionale dell'AIB)

Non posso non prendere la parola a nome del CEN dopo l'articolo dal titolo Un disagio un impegno pubblicato sul numero di Bibelot 2002/1 e disponibile in rete sul sito dell'Associazione. Chiedo anzi che questa risposta venga resa tempestivamente disponibile a tutti i soci a partire da quelli toscani.

C'è, in quell'editoriale, un gratificante apprezzamento per la crescita innegabile dell'Associazione in questi anni. E' un riconoscimento al lavoro di tutti i soci che, ai vari livelli di responsabilità, hanno servito l'Associazione con risultati positivi. Ci associamo a quegli apprezzamenti proprio perché sono rivolti non tanto al CEN ma a tutti i colleghi che hanno intensamente lavorato per questa crescita positiva.

Ci sono poi alcuni giudizi critici. Ci piace la critica, ma quando essa è generica non serve a far crescere l'Associazione; quando è ripetuta, con l'alibi che nessuno risponde puntualmente, può sembrare fondata su certezze ma in realtà è evidentemente strumentale. C'è all'orizzonte il rinnovo elettorale degli organi dirigenti dell'AIB (maggio 2003); siamo ormai abituati, quando si vota nel nostro povero fazioso paese, all'iperbole (il regime, il miracolo, i comunisti, i fascisti ...) ma, nel nostro piccolo mondo di colleghi, accomunati dalla volontà di tutelare una professione negletta e di sviluppare servizi inadeguati, riterrei più opportuno condividere uno stile di correttezza e serietà.

E allora intervengo sui punti specifici sollevati, dove si confonde il carnefice e la vittima, dove si attribuiscono responsabilità non ai titolari dei poteri, ma ai rappresentanti dell'Associazione, per indebolirli e guidare il ricambio. C'è in tutto ciò una buona dose di ipocrisia e di opportunismo.

Elenco:

  1. Biblioteche scolastiche. Il CEN, la Commissione nazionale, i soci impegnati, io personalmente, presso la segreteria della Moratti e prima di De Mauro, hanno chiesto più volte l'attivazione della Commissione paritetica. Il Ministero non ha nominato i suoi membri. E' responsabilità di Igino Poggiali o di Paolo Odasso? L'AIB non è politicamente debole, semplicemente i poteri sanno di non poterla usare a loro piacimento come spesso fanno con altre organizzazioni e questo in realtà rafforza la nostra credibilità presso la società civile, come ci viene confermato in modo crescente dall'opinione pubblica e dai media. L'indipendenza, che è figlia della libertà, ha dei prezzi: tra questi quello di non essere cooptati nei giochi di potere. Evidentemente il Ministero teme di avere gente come noi tra i suoi interlocutori.
  2. Diritto d'autore. Di quali incertezze si parla, prego? La legge fa schifo e non l'ha fatta l'AIB. Durante tutta la lunga fase che ha preceduto la sua approvazione né le Università, né le autonomie locali e neppure lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tutti gestori di biblioteche e direttamente interessati ai risvolti finanziari della legge, si sono attivati lasciando l'AIB sola a combattere. Gli accordi provvisori sono oggetto della nostra critica e della nostra azione. Il decreto legislativo di recepimento della Direttiva europea sta maturando male, nonostante la nostra vigilanza e le nostre proposte? Ci facciamo eleggere al Parlamento europeo? No, come sempre le nostre strutture stanno agendo e se ci saranno risultati li faremo conoscere a tempo debito.
  3. I bibliotecari della Sanità. La storia dell'AIB è piena di velleità corporative. Un rappresentante del comparto è nell'Osservatorio lavoro, come per gli altri comparti dello Stato, degli enti locali, ecc. Si può sapere, per cortesia, che cosa doveva esser fatto e non è stato fatto? (dall'AIB, intendo, non dalla Bindi o da Sirchia o da qualche direttore di ASL). Qualcuno è in grado di elencare qualche iniziativa proposta da quel comparto che non sia stata veicolata dall'AIB?
  4. Albo professionale. La gestione poco significativa dell'albo professionale è un giudizio di responsabilità che andrebbe motivato, tenendo presente che l'albo ha bisogno di un quadro normativo certo e ricordando che né il governo di centro sinistra, né il governo Berlusconi hanno finora completato l'iter della proposta del CNEL, su cui è basata la nostra, lungimirante e giusta, scelta. Anche qui, prego, quali precisi e concreti passi dovevano essere fatti e non sono stati compiuti e per responsabilità di chi? A questo proposito invito a leggere alcune delle proposte di legge che sono state avanzate nel nuovo Parlamento per vedere quanto il nostro modello sia già perfettamente allineato con le possibili forme di gestione che questa partita poterebbe avere. Se fosse così poco significativo il nostro modello non sarebbe stato ripreso da altre associazioni come l'ANAI!

Veniamo quindi al "fronte interno":

  1. Conto unico. I soci dovrebbero sapere, una volta per tutte, che in un'associazione non riconosciuta, ex art. 36 e segg. del codice civile, le responsabilità sono personali. Il presidente risponde in solido degli atti amministrativi, delle inadempienze fiscali dell'intera associazione. Che c'entra l'autonomia politica con la razionalizzazione amministrativa? Perché solo la Sezione Toscana non vuole che il conto dell'AIB sia amministrato nazionalmente e gestito localmente, relativamente alla quota spettante alla Sezione? Non è forse vero che i presidenti regionali, per agire, hanno la delega del presidente nazionale? Altra cosa sono gli aspetti tecnico bancari sui quali, come su vari aspetti amministrativi, è stata istituita una commissione paritetica tra CEN e CNPR che sta già lavorando proprio per individuare soluzioni che non discendano da visioni ideologiche ma da pragmatica esigenza di efficienza e semplicità.
  2. Dublin Core. Credevamo che la vicenda si fosse conclusa con il riconoscimento dell'impossibilità di agire diversamente da parte del CEN, che comunque si è fatto carico di gestire in modo leale tutte le ricadute di quella vicenda in cui poteva avere spazio di scelta. Ad Alghero la questione pareva conclusa con il riconoscimento dei dati di realtà da parte del CNPR. Ci dispiace che a due mesi dal chiarimento si riapra la polemica. Non lo capiamo e ne lasciamo tutta la responsabilità verso i soci a chi evidentemente si serve dell'Associazione per fini non chiari anche se immaginabili. I fatti: a ottobre 2001 si decise che Bibliocom 2002 si sarebbe tenuto il 24-27 ottobre. La Sezione Toscana ci segnalò la realizzazione della Dublin Core Conference alla fine del gennaio scorso, avendo già deciso di tenerla il 13-17 ottobre (senza che il CEN ne fosse informato o potesse negoziare altre date vista la prossimità comunque problematica della data da loro scelta. Ci fu detto che comunque le due iniziative si rivolgevano a pubblici diversi e la prossimità non avrebbe creato problemi a Bibliocom). A marzo ci è stato imposto dal Palazzo dei Congressi lo spostamento della data di Bibliocom al 15-17 ottobre. Non ci sono alternative di data e di luogo. Non è accettabile il giudizio di irresponsabilità del CEN per una obbligatoria accettazione di causa di forza maggiore. In quell'occasione Massimo Rolle usò, nella critica al CEN, toni insultanti e impropri per un'associazione professionale. Si ripropone così un discorso che ad Alghero, appunto fu chiuso. A meno che non si voglia ora, visto che l'inaugurazione della Biblioteca di Alessandria d'Egitto, ospite di Bibliocom, è stata spostata al 16 ottobre, riproporre la polemica con i colleghi egiziani i quali pure, evidentemente, sono talmente irresponsabili da promuovere un evento al quale sono attese decine di delegazioni governative proprio in coincidenza con Dublin Core!
  3. I gruppi misti CEN/CNPR nati per agevolare la partecipazione dei presidenti regionali alle scelte organizzative da condividere, non sono da intendere come nuovi organi con potere decisionale, in violazione dello statuto, che affida la gestione al CEN e ai CER per quanto di competenza e riserva al CNPR un ruolo consultivo. Essi non hanno svolto una grande attività ma l'onestà intellettuale di chi solleva le critiche dovrebbe saper rappresentare ai soci anche che il motivo è disceso dalla enorme difficoltà di riunirli per impegni di molti dei loro membri soprattutto di parte CNPR. Erano nati come esperimento voluto da CEN e CNPR. Il giudizio sulla loro limitatezza andrà almeno condiviso no? Chi vuole farli funzionare non ha che da farsi avanti e troverà la massima disponibilità, i disonesti butteranno la croce addosso al CEN dopo essersi sottratti alle convocazioni.

Cosa diversa, e su questo concordo, è il giudizio sull'attuale statuto e, più in generale, sul ruolo delle sezioni e dei presidenti regionali. E' probabile, che i tempi richiedano un'Associazione più "federalista", con un CEN in cui siano in qualche modo rappresentati i "poteri" regionali. Ma questo statuto non c'è e, se lo vorranno i soci, così potrà essere. Ma finché l'Assemblea generale dei soci dell'AIB non cambia le regole, il Comitato esecutivo nazionale ha il dovere istituzionale di difenderle e seguirle.

Esistono comunque delle regole non scritte di rispetto - dei soci e della verità - di correttezza e serietà. A queste cerchiamo di essere fedeli e per questo abbiamo ritenuto di rispondere a quell'editoriale, con lo sforzo di evitare inutili infingimenti e con la speranza che i lettori sapranno continuare la loro riflessione, anche con gli elementi di informazione che abbiamo cercato in questo modo di fornire.

Con i migliori saluti.

Roma, 27 giugno 2002


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Copyright AIB 2002-07-17, ultimo aggiornamento 2002-09-29 a cura di Vanni Bertini
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0202/b0202a.htm


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