L’AIB SULLE BIBLIOTECHE PROVINCIALI DELLA PUGLIA: UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE

Il CER dell’AIB Puglia ha inviato a tutte le Autorità interessate un documento sulla grave situazione delle biblioteche ex provinciali della Puglia, in cui si avanzano precise proposte di risoluzione.
La Sezione Puglia, attraverso il suo presidente Waldemaro Morgese, ha chiesto un incontro all’Assessore regionale ai Beni Culturali sulla problematica, anche per discutere le risultanze – ritenute negative – della recente riunione dell’Osservatorio Regionale sull’applicazione delle leggi 56 e 190 del 2014.

L’AIB SULLE BIBLIOTECHE PROVINCIALI DELLA PUGLIA: UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE

Premessa


Si premette che le 4 Biblioteche ex-provinciali pugliesi (Santa Teresa dei Maschi-De Gemmis di Bari, La Magna Capitana di Foggia, Provinciale di Brindisi, Nicola Bernardini di Lecce) rappresentano un patrimonio strumentale, gestionale, documentale e di risorse umane di assoluto rilievo per la nostra Regione e per le sue politiche welfaristiche a favore dello sviluppo dei territori e delle comunità umane di Puglia.

Complessivamente sono frequentate da 270.000 utenti ogni anno, posseggono un patrimonio documentale sia analogico che digitale che assomma a 685.000 documenti, svolgono un servizio di prestito dei documenti posseduti che ha coinvolto 43.000 utenti.

I dati citati risalgono al 2013 e di certo nel 2014 devono essere considerati in crescita.

Rilevanza welfaristica


La loro centralità e assoluta importanza per le politiche welfaristiche della nostra Regione deriva quindi da vari fattori, che si compendiano essenzialmente nella mole di servizi – elementari e avanzati – che esse svolgono a beneficio dell’utenza con professionalità, nonchè dalla circostanza che coordinano i servizi biblio-documentali, informativi e di guida di ben 4 dei 6 poli del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), per cui dalla salute di queste 4 Biblioteche ex-provinciali deriva, a cascata, non solo la funzionalità del SBN nella sua porzione collocata nel Mezzogiorno ma anche quella di decine e decine di biblioteche locali pugliesi relativamente ad un arco complesso di servizi biblioteconomici qualificati. Rimarchiamo peraltro che ai 6 Poli pugliesi SBN fanno capo ben 238 biblioteche, in massima parte comunali, che coprono oltre il 90% del tessuto comunale della nostra Regione.
Alcune di tali Biblioteche ex-provinciali, inoltre, hanno attivato servizi di grande utilità per i bambini e le giovanissime generazioni, molto apprezzati e utilizzati: citiamo l’esempio nazionalmente rilevante della biblioteca per ragazzi inserita nella Magna Capitana di Foggia.

Le Province di riferimento e soprattutto la Regione hanno investito nel corso degli anni decine di milioni di euro in notevole parte di provenienza europea per l’implementazione dei servizi bibliotecari resi da queste biblioteche, acquistando anche arredi e attrezzature moderne tecnologicamente funzionali. Un ridimensionamento della loro capacità operativa vanificherebbe uno sforzo notevole effettuato con le risorse finanziarie della collettività e ciò non è ammissibile.

Soprattutto non uno dei bibliotecari certificati ai sensi della legge n. 4 del 14/1/2013 sulle professioni non ordinistiche, in servizio nelle 4 Biblioteche ex-provinciali, va sacrificato nel processo di necessaria razionalizzazione e ricollocazione funzionale del personale di cui alle leggi n. 56 e n. 190 del 2014: è già difficile formare, giorno dopo giorno, operatori biblioteconomici adeguati alle richieste complesse dei cittadini, per cui disperderne le capacità professionali sarebbe delittuoso oltre che un grande danno per la nostra Puglia.

Conclusioni


Questa Associazione pertanto auspica che, nel quadro della migliore attuazione di quanto recepito nelle leggi n. 56 del 7 aprile 2014 e n. 190 del 23 dicembre 2014, si adottino decisioni responsabili, attente alle strategiche necessità di alfabetizzazione, informazione e diffusione della conoscenza e del sapere di cui i nostri cittadini hanno assoluto bisogno per affermare le proprie capacità e svolgere i propri ruoli sociali a beneficio dell’intera collettività.

In particolare si ritiene utile procedere in una prima fase alla regionalizzazione di almeno 3 delle 4 Biblioteche ex-provinciali, onde procedere successivamente e in breve termine ad un riordino a regime, che tuttavia deve già da ora coinvolgere l’Autorità metropolitana (Città Metropolitana di Bari) al fine della metropolitanizzazione della biblioteca ex-provinciale di Bari e altresì coinvolgere, in un futuro auspicabilmente breve, quelle altre Autorità sovracomunali che dovessero costituirsi dando vita ad un nuovo panorama organizzatorio del sistema delle Autonomie Locali pugliesi.

Si rende necessario inoltre individuare nella biblioteca ex-provinciale già affidataria da tempo di complesse attività di rango regionale (La Magna Capitana) la struttura idonea per svolgere un ruolo di guida tecnica nella fase di regionalizzazione e di successiva razionalizzazione che auspichiamo coinvolga tali biblioteche nonchè il SBN pugliese nel suo complesso: è evidente infatti che la regionalizzazione e razionalizzazione delle complesse funzioni biblioteconomiche implicate dovranno essere svolte da ora innanzi con attenta e unitaria regia regionale, anche perchè delle funzioni relative ad SBN svolte dalle biblioteche comunali di Trani e di Taranto (a capo dei restanti 2 Poli SBN) erano finora titolari le Province di riferimento e tali due biblioteche devono essere fatte partecipare alla riorganizzazione generale.