«Bibliotime», anno IX, numero 3 (novembre 2006)


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Una multiforme unità



Il convegno "Conservare le raccolte delle biblioteche: problemi e prospettive dal cartaceo al digitale", tenutosi a Venezia il 26 maggio 2006 per iniziativa della Commissione nazionale università e ricerca, del Gruppo di studio sulle biblioteche digitali e della Sezione Veneto dell'AIB, ha messo in luce come nel nostro paese si è di fronte a un rinnovato interesse per i temi della conservazione del patrimonio documentario, sia esistente nei formati tradizionali sia disponibile nella nuova veste elettronica.

Una conferma di tale interesse viene non solo dalla quantità di pubblicazioni che di recente sono state prodotte sull'argomento [1], ma dalle numerose iniziative volte a un'adeguata salvaguardia dei supporti, cartacei o digitali che siano; in questo quadro, appare sempre più fondata l'opinione di quanti ritengono che la conservazione non sia più da considerarsi come un "affare da specialisti" (e quindi riservata a poche categorie di esperti), ma come una componente fondamentale delle attività bibliotecarie e documentali [2].

È dunque in quest'ottica che il presente numero di "Bibliotime" pubblica alcuni degli interventi presentati al convegno veneziano i quali, sia pur da prospettive differenti, confermano la necessità di un'accurata riflessione e di un'altrettanto incisiva serie di interventi, in grado di fornire soluzioni e a problemi d'importanza cruciale per l'odierna realtà informativa.

Ma ovviamente il dibattito non si arresta ai problemi della conservazione, e dunque "Bibliotime" si sforza d'intercettare i filoni di maggior interesse per la comunità professionale, dando voce alle problematiche che s'impongono maggiormente all'attenzione dei bibliotecari. È per questo che l'attuale numero propone alcuni contributi che si riallacciano, se così possiamo esprimerci, al core business della disciplina, e cioè alle tematiche legate alla catalogazione descrittiva e semantica, oltre che alla riflessione su ciò che appare ancora come un'indispensabile strumento di mediazione, vale a dire il catalogo.

In questo ambito infatti si collocano gli articoli di Daniela Rossi, che analizza una categoria documentaria alquanto insolita come i libri di moda; e di Raffaella Gaddoni e Marialaura Vignocchi, che riferiscono sugli sviluppi del catalogo online del polo bolognese SBN, e dunque sulla sua capacità di "aggiungere valore" alle ricerche effettuate dagli utenti. Alla medesima prospettiva poi si ascrive il resoconto di Serena Sangiorgi relativo a un importante seminario sulla revisione delle RICA, e l'interessante "noterella" di Giovanni Galli sulle biblioteche in quanto beni culturali.

E tuttavia non sono soltanto gli elementi stricto sensu biblioteconomici ad essere affrontati in questo numero, se è vero che sotto la lente vi sono elementi di stringente attualità: lo testimoniano i contributi di Giulio Casilio sugli open archives istituzionali, di Barbara Fiorentini sul controverso tema degli e-books, e di Maurizio Zani sulle vicende relative a Google e alle sue possibilità di interazione con il mondo della documentazione e delle biblioteche.

Un insieme di argomenti che attestano, se ancora ve ne fosse bisogno, la multiforme unità che caratterizza la discussione in corso, e che contribuisce ad arricchire tanto la dimensione teorica quanto il versante più squisitamente tecnico e operativo della realtà bibliotecaria.


Michele Santoro


Note

[1] Solo per l'ambito cartaceo ricordiamo: Antonio Giardullo, La conservazione dei libri. Materiali, tecniche e impianti, Milano, Editrice Bibliografica, 1999; De tutela librorum. La biblioteca fra tradizione e innovazioni tecnologiche, a cura di Andrea Capaccioni, Bari, Edipuglia, 2002; Carlo Federici, A, B e C. Dialogo sulla conservazione di carte vecchie e nuove, Roma, Carocci, 2005; Maria Barbara Bertini, La conservazione dei beni archivistici e librari. Prevenzione e piani di emergenza, Roma, Carocci, 2005.

[2] Non è un caso se Paolo Traniello, a conclusione di un'accurata analisi sulla dimensione propriamente 'sociale' delle biblioteche, sostenga che "la trasmissione della memoria storica tramite la conservazione documentaria non è esclusivamente propria delle biblioteche 'di conservazione' a cui essa viene talvolta apropriosticamente assegnata, ma può essere condivisa anche da biblioteche pubbliche locali e perfino da biblioteche di modestissime dimensioni, per circostanze di ordine storico che ricorrono così frequentemene nel nostro paese" (Paolo Traniello, Biblioteche e società, Bologna, Il Mulino, 2005, p. 116).



«Bibliotime», anno IX, numero 3 (novembre 2006)


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