La banalità della censura: giornata di studi

con il patrocinio di in collaborazione con  
camera de deputati

Camera dei Deputati

Associazione italiana di Public History

Lunedì 6 maggio 2019 a Roma, presso la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, si terrà la giornata di studi “La banalità della censura” promosso dall’Associazione italiana biblioteche in collaborazione con l’Associazione italiana di public history e la Biblioteca di storia moderna e contemporanea con il patrocinio della Camera dei Deputati.

Ogni anno l’American Library Association (ALA) pubblica un rapporto sui libri censurati o bruciati e l’esame della serie storica di questi rapporti è interessante per osservare le trasformazioni dei conformismi culturali, ovvero come cambiano i bersagli della censura nel tempo e nello spazio.
Quello dell’ALA è solo uno dei tanti rapporti indipendenti sullo stato di salute della libertà di espressione. I risultati di queste indagini evidenziano come, a livello internazionale, il fenomeno della censura sia ben lungi dall’essere archiviato come residuo di un passato oscurantista. Al contrario, accanto alla persistenza delle forme più tradizionali (libri, documenti, giornali bruciati, all’indice, nascosti, pubblicazioni che non vedranno mai la luce, autori discriminati, perseguitati, assassinati), altri rapporti indipendenti evidenziano come emergano fenomeni di censura indiretta, che si avvalgono, tra l’altro, di nuove forme di “tecnocontrollo” e di sofisticate metodologie di propaganda e disinformazione al fine di indirizzare, spesso in modo occulto, il consenso e i comportamenti delle persone.

Oggi le fonti di apprendimento, di confronto, di ricerca, di verifica, di ispirazione sono innumerevoli, eppure dietro l’apparente abbondanza si celano rischi accresciuti di discriminazione e conformismo culturale. Si discute di “fake news”, che la rete enfatizza ma che sono sempre esistite – nei libri, nella stampa tradizionale, nei discorsi da bar e persino nelle riviste scientifiche peer reviewed – e che, come un gruppo di esperti nominato dalla Commissione EU ha saggiamente ricordato, sono diventate anch’esse uno slogan di moda nell’agone politico, con il rischio che finiscano per affermarsi come verità inconfutabili quelle più rassicuranti, o quelle più gradite ai potenti di turno. Lo stesso gruppo di esperti ha raccomandato di promuovere lo sviluppo di capacità di elaborazione e critica anche rafforzando quelle istituzioni, come la scuola e le biblioteche,  che accrescono le opportunità di confrontare idee, interpretare i fatti e il mondo e che dovrebbero insegnare a trovare e usare consapevolmente le fonti. Ma quali sono le fonti a cui attingere e come assicurare che la selezione non sia ideologicamente orientata? Purtroppo, fu uno zelante bibliotecario a redigere la lista dei libri da bruciare nel 1933, e con il nazismo egli fece carriera. Oggi i bibliotecari dispongono di codici etici fondati su valori del tutto opposti a quelli che ispirano la censura, come l’accesso più ampio possibile ai documenti e alle informazioni e di griglie di valutazione qualitativa per la loro selezione, ove si sottolinea l’esigenza di rispecchiare i diversi punti di vista su un argomento, purché documentati. Tuttavia, accade che non sempre le biblioteche siano autonome nella definizione dei piani di sviluppo delle collezioni, o munite di personale capace di applicare le metodologie professionali. Ampliando lo sguardo ad altre professioni del libro, dell’informazione e dei documenti, occorre chiedersi: nell’epoca dei big data, come si pratica in concreto la responsabilità degli editori, dei giornalisti, degli storici, dei ricercatori (e dei bibliotecari tra essi) riguardo alla tutela della libertà di espressione e della qualità dell’informazione.

La giornata intende quindi stimolare il dibattito pubblico sull’importanza della Diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo, un tema cruciale a cui l’UNESCO dedica la Giornata mondiale del 21 maggio e, al contempo, intende contribuire al Tempo della memoria e della Riconciliazione per coloro che hanno perso la vita durante la Seconda guerra mondiale, anch’esso oggetto di una Giornata mondiale UNESCO che cade l’8-9 maggio. Siamo infatti convinti, con Heinrich Heine, che «Coloro che cominciano con il bruciare libri finiscono per bruciare esseri umani». La giornata costituirà un momento di riflessione e approfondimento a complemento della rassegna di iniziative “Libri salvati” che l’AIB ha programmato per il 10 maggio 2019, anniversario dei roghi di libri avvenuti la notte del 10 maggio 1933 a Berlino e nelle principali città della Germania, al culmine di una vasta campagna per la “pulizia” della cultura tedesca mediante il fuoco.

Con l’aiuto di storici, editori, giornalisti, bibliotecari, studiosi di scienze sociali, rifletteremo sulle dinamiche e le tecniche che danno luogo alla censura nelle sue diverse manifestazioni – dalle più violente e palesi a quelle apparentemente più “liberali” e meno facilmente riconoscibili – e su cosa può favorire la nascita e la diffusione di conformismo culturale e consenso attorno a essa.

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