Appello per le biblioteche delle Marche  

La pandemia ha evidenziato l’essenza del servizio che le biblioteche pubbliche rendono alle comunità. Durante il lockdown si sono impegnate per mantenere per quanto possibile i rapporti a distanza con i propri utenti, oggi sono tornate ad essere un posto amichevole, accogliente e democratico dove ci si incontra liberamente e si partecipa ad eventi culturali. Sempre più frequentemente, i cittadini vivono la biblioteca per finalità sociali, formative e ricreative in cui il libro è occasione d’incontro.

Le biblioteche marchigiane si trovano oggi ad un punto cruciale: la crescente domanda di servizi si scontra con una generalizzata diminuzione di risorse.

Nella nostra Regione assistiamo ad una situazione con biblioteche chiuse dopo il terremoto del 2016 e mai riaperte o non agibili, con i bibliotecari che prestano libri sulla soglia, biblioteche chiuse per mesi per una caldaia rotta, oppure sfrattate con i libri caricati su furgoni per destinazioni ignote, o ancora, tenute aperte da volontari oppure da ex parcheggiatori, e ancora, concorsi pubblici banditi e poi dimenticati. La situazione è sempre più insostenibile e sta privando i cittadini marchigiani di un servizio unanimemente riconosciuto come indispensabile e come un diritto fondamentale.

Poco meno di venti anni fa, così si esprimeva il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi:
L’Italia degli 8000 comuni dovrebbe essere anche l’Italia delle 8000 biblioteche…”
e ribadiva il ruolo essenziale della biblioteca quale
“presidio per la lettura… espressione forte di qualità della vita”.

Con questo appello la sezione Marche dell’AIB, Associazione nazionale riconosciuta che rappresenta le biblioteche e la professione di bibliotecario in Italia, vuole lanciare una proposta a tutte le istituzioni marchigiane perché si stabilisca una forte alleanza per mettere in campo, adesso, tutte le iniziative per invertire questa situazione di crisi e rilanciare il sistema culturale delle biblioteche della nostra Regione. Non può esserci rilancio economico, indispensabile per la vita dei cittadini, se non c’è una forte coscienza culturale della propria identità e le biblioteche sono un tassello fondamentale di questo processo.
È necessario fondare nuove biblioteche, dare slancio a quelle esistenti, riconoscere il loro ruolo di servizio essenziale e la professionalità dei bibliotecari e avviare grandi processi di cooperazione per garantire il miglior impiego delle risorse e livelli di qualità elevati per tutti, dalle realtà più centrali ed evolute a quelle più periferiche, lontane e spesso dimenticate.!
Le biblioteche sono un presidio per l’inclusione e l’aggregazione e, con la loro apertura costante e gratuita possono migliorare la coesione e la tenuta sociale di un quartiere o di un territorio.

Dal web riportiamo una riflessione dei bibliotecari della Biblioteca comunale di Potenza Picena, spazio al quale gli utenti non possono ancora accedere da più di due anni.
“La biblioteca è un luogo speciale, lo pensavamo già da utenti e ora, dopo tanti anni di gestione, lo abbiamo capito ancora di più. È un luogo singolare perché offre a tutti la possibilità di accedere a un sapere che un tempo era riservato a pochi, dove il lavoro di formazione educativa e di sostegno fatto dalle famiglie e dalla scuola viene portato avanti …Abbiamo visto crescere i nostri primi utenti e ora vengono da noi i loro figli. Se mettessimo insieme tutte le persone che sono passate in questi anni riempiremmo uno stadio, ma sono venute un po’ per volta, in silenzio e non hanno fatto notizia. La continuità del nostro servizio ci ha reso punti di riferimento per molti, anche malati e anziani. Spesso il libro è una scusa per parlare, per avere un confronto con una persona di cui si fidano…”

Dunque, le biblioteche sono anche luoghi di speranza per un futuro migliore, ma solo se tutte le istituzioni, i cittadini, le associazioni, le imprese, lo comprendono e fondano nella comunità una forte alleanza è possibile scrivere un nuovo futuro per tutti noi.

E allora…nelle Marche un futuro migliore non ce lo meritiamo?

 

AIB MARCHE