Il volontariato in biblioteca: esperienze e proposte, convegno AIB, Assisi 4 maggio 2013 – Sintesi

Prima parte

La giornata è stata aperta da Gabriele De Veris, presidente AIB Umbria, che ha salutato i partecipanti e portato i saluti della autorità locali che non hanno potuto essere presenti.

 

p. Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento 0- 03:44

ha rivolto un cordiale saluto ai partecipanti, incoraggiando l’impegno a favorire la fruizione della cultura e a rendere le biblioteche luoghi di incontro.

 

Rachele Arena Coordinatore AIB Olavep 03:57-16:41

Introduzione del convegno

Rachele Arena ha salutato il pubblico e le associazioni presenti, ricordando l’importanza della condivisione di buone pratiche. Perchè un convegno sul volontariato? Cosa sono i volontari? Sono una risorsa o forse un problema? Si parla molto di volontariato, anche nella comunità professionale. Il volontariato in ambito culturale è in crescita. Il volontariato è espressione della cittadinanza attiva, ed è esempio di sussidiarietà (come afferma la Costituzione), ma vi è anche un uso distorto del volontariato da parte di alcune amministrazioni, quando si affidano i servizi bibliotecari a personale non professionalizzato per ‘risparmiare sulle spese’, sulla base del federalismo fiscale. Il convegno vuole fare il punto sull’identità del volontariato e in particolare il volontariato nelle biblioteche, rispetto alle attività professionali dei bibliotecari, evitando la commistione tra lavoro retribuito e lavoro non retribuito, favorendo inoltre lo sbocco lavorativo per i giovani che si preparano alla professione. Le linee guida AIB sul personale non strutturato – volontari di servizio civile, stagisti, tirocinanti, studenti delle ‘150 ore’, volontari propriamente detti – riportano anche le normative di riferimento e proposte di ‘buone’ e ‘cattive’ pratiche. Vengono presentati i relatori e i tempi del convegno. Il convegno di Assisi è uno dei tre previsti da Olavep, il prossimo si terrà a Bari a giugno e sarà dedicato alle esternalizzazioni dei servizi; a completare questo cammino, il congresso AIB a fine novembre che sarà dedicato al tema del lavoro in biblioteca.

 

Gabriele De Veris Presidente AIB Umbria 16:50 (18:15)- 36:18

Volontariato e biblioteche: due risorse a confronto

Biblioteche e bibliotecari sono una risorsa, così come volontari e volontariato. Sono un bibliotecario, ho esperienza di volontariato, tirocinio e servizio civile. I problemi tra biblioteche e volontariato naascono quando non si capiscono le rispettivie identità. I problemi del lavoro,della disoccupazione e delle risorse sono il contesto in cui ci muoviamo, le professioni culturali sono fra quelle più precarie; a volte accade che per mantenerre o offrire servizi si ricorre al ‘volontario tappabuchi’, cosa

Altra cosa quando le due risorse sono attivate nel modo migliore: volontari nelle bibliotech ee anch evolontari per le bibliioteche. Guadriamo ad esempio l’associazione americana degli amici delle biblioteche, che sostiene l’attività istituizonale delle bilbioteche; lo stesso per la British Library; oppure la San Francisco Pulci Library, dove i volontari sono il ‘ponte’ fra i malati di HIV e AIDS e la biblioteca; e infine gli amici della biblioteca di Cologno Monzese, che operano soprattuto per la terza età e l’invecchiamento attivo. Prtroppo mancano i dati su volontariato in biblioteca. Abbiamo i dati Istat o del Centro servizi per il Volontariato di Lucca  aproposito die volontari, ma – forse per pigrizia di noi bibliotecari – mancano i dati proprio da parte dlel biblioteche. Le linee guida che presentiamo sono documenti in evoluzione, riferimenti (es, le LG Ifla sulle bibliotech epubbliche o scolastiche) che sono aggiornate periodicamente. Le leggi stesse, quando soono approvate spesso siono state superate dall’evoluzione del contesto. Le LG – dopo un iter dutrato alcuni mesi – saranno pubblicate sul sito AIB in modo che possano esser e conosciute e discusse dai soci, anche per tener conto delle differenze esiustenti si ageograficamente sia dal punto di vista delle situazioni professionali. Non si parla solo di volontari, ma di stage e tirocinio (di cui parlerà Luisa Marquardt ); si parla anche si serivzio civile, un tipo di attività che ha numerose esperienze nelle biblioteche di vario tipo, della quale vengono riportate le leggi e le normative regionali. Il documento è di una ventina di pagina, con analisi del contesto normativo e lavorativo. Una cosa va ricordata, perchè è determinante: per gli enti territoriali la cultura, le attività culturali sono diventate accessorie rispetto alle funzioni fondamentali. Questo incide sui bilanci (residuali) sui servizi e sul personale (non più assunto, prepensionato o trasferito). Un problema politico, che contraddice quanto affermato dalla Costituzione e dal Codice dei beni culturali, già denunciato più di una volta pubblicamente. Un problema che non riguarderà solo i profesisonisti culturali o i volontari, ma la società stessa, che si impoverirà progressivamente.

 

Paola Attanasio AIB Umbria (Referente Olavep) 36:42- 45:38

La professione del bibliotecario e l’esperienza del Colap

(Appunti) Prima di tutto qualche cenno sul Colap.

Il Colap, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, è nato con lo scopo di rappresentare le associazioni professionali non regolamentate in Italia.

Sono oltre 200 le associazioni aderenti al Colap con oltre 300.000 professionisti iscritti. La finalità è quello di promuovere le richieste avanzate dai professionisti, ma anche quello di valorizzarne le prestazioni.

E’, perciò, una organizzazione che dà rappresentanza politica ai propri associati, e offre anche servizi di informazione e di consulenza alle singole associazioni.

Ma prima di ogni cosa bisogna anche chiarire la natura delle libere associazioni rispetto agli ordini.

Le libere associazioni hanno in comune con gli ordini solo il principio di base: essere gli stessi professionisti di un settore che tutelano e garantiscono sia la qualità della loro professione che l’utenza. Ma vi sono differenze:  gli ordini professionali sono enti pubblici, le libere associazioni sono organizzazioni private; è obbligatorio essere iscritti agli ordini professionali per esercitare un professione, invece non c’è alcun obbligo per le libere associazioni.

L’obiettivo prioritario del Colap è stato il riconoscimento delle associazioni professionali non regolamentate, che si presentava come un presupposto indispensabile per una riforma del sistema professionale.

La regolamentazione serve a valorizzare le associazioni che hanno corsi di formazione efficaci, che seguono percorsi certificati per rilasciare gli attestati di competenza; e anche per facilitare gli utenti nella scelta dei professionisti ai quali rivolgersi, affinchè possano conoscere le loro capacità attraverso gli attestati di competenza.

Dopo anni di lavoro e grande impegno, finalmente, il 19 dicembre 2012, è stata approvata la legge che regolamenta le associazioni delle professioni non organizzate con ordini o collegi. Con tale legge viene garantita l’utenza e si dà dignità ad oltre tre milioni di professionisti, poiché è stato riconosciuto per legge il sistema duale delle professioni formato da ordini e associazioni.

Questa legge assegna alle libere associazioni professionali il compito di valorizzare le competenze dei professionisti iscritti alle associazioni, tramite il rilascio di una attestazione di qualificazione professionale volta anche a tutelare l’utente che si serve dei servizi dei professionisti.

Ciò consente al consumatore di conoscere le  vere capacità del professionista al quale si affida. Questa possibilità può essere offerta al consumatore dalle associazioni professionali che accettano come associati i professionisti che hanno curriculum formativi e rilasciano loro attestati di competenza con validità temporale.

Infatti, quando scade il periodo di validità dell’attestato, l’associazione verifica di nuovo la preparazione del professionista con il relativo aggiornamento che ha effettuato.

Solo in caso di esito positivo viene confermato l’attestato di competenza.

Tale rilascio è subordinato anche al rispetto delle norme di corretto comportamento professionale e non è condizione per l’esercizio della professione.

In tal modo, le associazioni professionali sono in grado di salvaguardare il bene collettivo.

Tale legge è molto importante perché, come cita Giuseppe Lupoi, Presidente del Colap, “le associazioni diventano i più importanti organismi di tutela nei confronti dell’utenza e di conseguenza occorre puntare alla diffusione di standard qualitativi sempre più elevati. Inoltre, il Colap dovrà vigilare che soltanto le associazioni davvero in grado di rispondere ai requisiti richiesti dalla legge siano inserite nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico e che tutto sia fatto con correttezza e  trasparenza”.

Inoltre, questa legge, promulgata dal presidente della repubblica il 14 gennaio 2013 ed entrata in vigore il 10 febbraio, tutela anche i professionisti afferenti alle proprie associazioni: solo iscrivendosi ad una associazione si offre all’utenza la garanzia sul grado di specializzazione, di formazione e di aggiornamento continuo dei professionisti, alzando, così, il livello di qualità.

La legge è significativa per i professionisti in quanto ora chiunque svolga un’attività professionale intellettuale non organizzate deve mettere in evidenza in ogni documento scritto la dicitura: “professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013”, se non si ottempera a ciò, il professionista può essere accusato di scorrettezza e vi possono essere anche sanzioni pecuniarie.

In tal senso, viene promosso il valore dell’attestazione rilasciata dalle associazioni mettendo in risalto la garanzia di professionalità e tutelando l’autonomia di definizione dei profili professionali e di percorsi formativi che sono richiesti ai professionisti associati.

Per quanto riguarda il sistema di attestazione entrano in gioco l’UNI e le associazioni professionali; l’UNI dovrebbe formulare, per ogni singola associazione, una norma tecnica per determinare le competenze e i requisiti  per esercitare la propria attività, in modo tale da essere utilizzata dall’associazione come base “minima” per fissare gli standard qualitativi e di qualificazione professionale. In caso di assenza della norma tecnica UNI è l’associazione a definire gli standard qualitativi e di qualificazione professionale.

Inoltre, quelle associazioni professionali, che figurano nell’elenco pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico sul sito internet, pubblicano sul loro sito web i requisiti che sono necessari per associarsi, tra i quali quelli di grande importanza sono i titoli di studio inerenti l’attività professionale e l’aggiornamento professionale che deve essere un obbligo per i professionisti.

Perciò, si può affermare che questa legge mette in primo piano la libera concorrenza e la qualità delle prestazioni in modo tale che vengano cautelati sia l’utenza che il professionista che eroga servizi.

A questo proposito, l’Olavep (osservatorio lavoro e professione) ha lavorato per le definizioni dei profili professionali dei bibliotecari; ciò costituisce la base per l’inquadramento del bibliotecario professionista: quali devono essere i requisiti minimi di cui deve essere in possesso per aderire all’AIB e quali attestazioni di qualificazione per essere inquadrato come bibliotecario professionista.

Con l’iscrizione dell’AIB nel registro delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate avvenuta nel gennaio 2013, la nostra associazione si è visto riconosciuto il ruolo determinante che ha avuto per quanto riguarda la professione del bibliotecario.

Ciò permetterà all’AIB di poter essere presente alle Conferenze di Servizi per stabilire modelli di qualifiche professionali standard.

Per questo si può affermare come ha indicato dal nostro Presidente Stefano Parise, che l’AIB rappresenta, formalmente, la professione bibliotecaria in Italia ed essere bibliotecario (ed anche essere iscritto all’AIB) significherà esercitare una professione riconosciuta.

Per poter lavorare meglio in sinergia con le Regioni si sono costituiti i Colap regionali per poter rafforzare la presenza delle associazioni nelle Regioni.

L’Umbria è stata una delle quattro Regioni insieme a Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, a costituire un Coordinamento regionale che raggruppa 15 associazioni presenti nel territorio umbro. Il Colap Umbria si è costituto nel settembre 2011: la sua funzione è quella di informare le istituzioni e il territorio sulla presenza dei Coordinamenti regionali; di aumentare il sistema di qualifiche professionali regionali. Per il momento il Colap Umbria non ha potuto lavorare in tal senso, ma ora con l’approvazione della legge si attiverà, insieme alle associazioni, in modo da assicurare il riconoscimento professionale a tutti quei professionisti che lavorano per il benessere dei consumatori.

 

Anna Di Paolo TCI responsabile dei Volontari per il Patrimonio Culturale di Roma 45:40 – 1:02:00

Aperti per voi: l’esperienza del volontariato nel TCI

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Il progetto Aperti per voi è nazionale. Siamo presenti in molte strutture. COnvenzioone con al Soprintendenza per ROma Capitolina. Non interveniamo per supplire alla pubblica amministrazione. AXVoi nasce nel 2005 a Milano, rivolta ai soci Touring. Garantisce aperture sistematiche di luoghi altrimenti chiusi; si opera di concerto con gli enti. Sviluppa la cittadinanza attiva, il senso di appartenenza.

Oggi: 39 luoghi, 17 città (Milano Torino Bologna Genova Roma Napoli, ecc.) , esperienze concluse in 9 città, 1295 volontari attivi, 65mila ore di volontariato nel 2012. Il volontario orienta e accoglie i visitatori, diffonde materiale informativo. Massimo 4 ore al giorno, turni molti strutturati (slide con i luoghi). Il flusso di visitatori in varie località non permetteva di tenere a perti i siti.. es Villa di Massenzio e Roma 4 al giorno. Il bigliettaio resta, i volontari preparano l’accoglienza, le visite, animazioni.. Il fine è animare i luoghi al punto tale che si ‘reggano in piedi’ da soli, per renderli economicamente autosufficienti e creare posti di lavoro. I volontari sono molto attivi, si preparano , studiano. Il Touring ‘adotta’ dei luogihi, li fa conoscere e li ‘restituisce’. Roma è inizata nel dic 2012: 3 luoghi aperti, un quarto in arrivo a giugno. I volontari sono in crescita, più o meno equivalenti tra uomini e donne, 50% 61-70 anni, iniziano ad arrivare i giovani grazie anche a convenzioni con le università (es 75 ore per i crediti); 44 % laureati. A Roma 3000 visitatori ad aprile solamente in uno dei siti. La comunicazione avviene attraverso i canali Touring compreso il web. Totem: brochure volantini ecc sono distribuiti gratis. Per la Basilica di Santa Barbara: restauro del campanile attraverso la sottoscrizione.

Luisa Marquardt, AIB Commissione biblioteche scolastiche 1:02 – 1:48:08

Il personale di supporto nelle scuole e nelle Università

INSERIRE APPUNTI

Un saluto da Anna MariaTammaro che ha curato in particolare la parte relativa all’università. Per esperienza personale, essendo impegnata nel volontariato, tutor estermana e interna

Scuola università. Due realtà in grandissimo cambiamento. Museo biblioteche e archivi sono stati riconosciuti come ambienti per l’apprendimento. Action plan 2003 2005 le definisce strutture per l’apprendimento con valenza educativa. Ancor più per biblioteche scolastiche e universitarie. Se consideriamo la continua produzione informativa e la disintermediazione (un crescente accesso alle informazioni tramite la rete), sovraccarico informativo… Le biblioteche devono essere impegnate in prima linea in questa situazione, per evitare scorciatoie, affidate a risluzioni tecniche…es l’adozione di libri di testo digitali… non c’è bisogno di andare in biblioteca perchè il fabbisogno informativo è fornito dal libro di testo. Nella scuola, salvo la provincia di Bolzano, il bibliotecario scolastico non esiste. Le biblioteche scolastiche dovrebbero invece essere ben strttturate  con personale formato.

Quali sono le figure non professionali ch e operano nelle biblioteche universitarie o scolastiche?

All’università

volontari di servizio civile

tirocinanti e stageur

borse di collaborazione 150 ore

Nella scuola più frequenti i volontari, associazioni (es genitori, ex alunni).

Es a Roma Tre una decina di volontari di SC, si tende a inserire volontari con un minimo di competenze. Molta formazione iniziale. Naturalmente non possono sostituire i biliotecari inquadrati. A volte i tagli di risorse inducono a contare sui volontari, provocando le distrosioni di cui abbiamo parlato.

Nel caso di tirocini e stageur, possono essere interni o esterni (convenzionati): partecipare sulla base di un progetto formativo, che fornisce crediti. 150 – 200 ore fino a 400 di durata. Un tutor aziendale segue i tirocinanti (a volte du etutor, uno interno e uno esterno). Il tirocinio post laurea di 6 mesi fornisce un’esperienza formativa più completa. E’ importante la convenzione con la struttura ospitante anche ai fini della copertura assicurativa e il monitoraggio, oltre all a relazione finale. Occorrerebbe un maggior lavoro di analisi sulle relazioni perchè emergono elemnti differenti da diverse prospettive, mostrare bisogni da parte dell’utenza che magari non emergono.

Borsa di collaborazione, piccola retribuzione: spesso persone motivate, sono ottimi promotori dei servizi bilbiotecari perchè avviene tra pari /coetanei. Però attenzione: il servizio di front office spesso viene sminuito, si pensa che si possa affidare a chiunque… Invece è uno dei lavori più delicati, dove il professionista fa la differenza, non limitandosi a ‘dare la risposta giusta’ ma interpretando adeguatamente la domanda e facendo scoprire i servizi e le risorse della biblioteca.

Nella scuola la professione non è riconosciuta.. proviamo a definire una bibloteca scolastica.. i presidi direbbero che la loro scuola ha una biblioteca, ma spesso si tratta di una piccola aula, o la sala docenti.. il settore scuola ha fatto del volontarismo la colonna portante. Questo significa non garantire la stessa qualità di servizi, l’accesso all’informazione a tutti gli studenti su tutto il territorio, Le scuole hanno gli strumenti: in virtù dell’autonomia scolastica possono ricorrere a personale professionle oltre che a volontari. La costituzione fornmale di una rete di bibl scolastiuihe o pubbliche soclastiche permette di condividere risorse e professionalità. Le LG Ifla del 2002 in revisione esprimono chiarramente che i volontari non devono sostituire il personale. Le forme di colaborazione devono essere controllate e verificate a fine anno.

Forme di collaborazione per crediti formativi, dichiarato nel POF chetra maggio e giugno vine e stilato per il prossimo anno scolastico. Collaborazioni con associazioni approvati dal consiglio di istituto: le associazioni possono usufruire di finanziamenti pubblici preclusi alle scuole, con cui possono anche retribuire un professionista. Le forme di collaborazione non devono deresponsabiolizzare le amministrazioni, facendo passare l’idea che dei bibliotecari se ne possa fare a meno.. una educazione all’accessorietà della cultura.. che impedisce la formazione di un cittadino attivo e consapevole. Le biblioteche devono lavorare in armonia e ai diversi livelli per accompagnare i cttadini nell’arco della vita.

IN questo periodo IFLA sta lavorando attivamente al progetto “Building Strong Libraries Associations”, con moduli in autoformazione, che mirano all’advocacy, che vedono nel riconoscimento della professione un punto fondamentale. Smpre Ifla sta lavorando sulle nuove linee guida delle b. scolastiche, e si parlerà anche dei volontari. Nelle scuole tedesche olandesi ecc si ricorre a volontari, per lo più genitori. Il reclutamento avviene in maniera formalizzata e ben definita, con progetto e monitoraggio, in un modo che in Italia si vede raramente.

 

Discussione e interventi del pubblico 1:48:20 – 2:37:00

 

– Lucilla Less La biblioteca aperta dal Touring a Modena: come funziona? (sala Campori Bib Estense)

– Per il TCI solo a Modena,

Roma Open House, facoltà di architettura, molto diffuso all’estero

– Intervinto di Enrica Manenti su Modena e Bib Estense. Probailmente è la parte espositiva (NB chiusa causa terremoto)

– Milano: Banca popolare come sponsor.

– Di Paolo: Probabilmente per la stampa dei materiali. Il TCI produce brochure in più lingue, creando gruppi di lavoro (traduzioni grafica redazione ecc).

– Valigi (Bib Com PG). Le convenzioni..

– DI Paolo: i volontari devono essere soci. La cop assicurativa è del touring, a volte viene pagata da enti in base a convenzioni. Non ci sono custodie nè biglietteria. La formazione è fatta dal Touring. Le attività sono concordate sempre con gli enti

– Valigi: tirocinanti e servizio civile, ecc. Difficoltà nei rapporti con i tutor interni.

– Luisa: la convenzione è tra enti, triennale. Nel caso dello studente motivato ecc  ci sono uno o più incontri per capire bisogni e interessi, nell’ambito di un percorso formativo. Il progetto formativo viene redatto e poi siglato da studente tutor interno e tutor esterno, che poi va verificato. Non può essere fatto altrimenti.

Le osservazioni dei tirocinanti sono preziose.

– Rita Di Rosa (Agrigento) Due esperienze di tirocinio ad Agrigento e a Palma di Montechiaro. Due esperienze diverse, a fare le fotocopie, e a seguire i servizi per i bambini e a far conoscere la biblioteca all’esterno. Es l’esperienza di NpL è molto bella.

– Vito Carrara univ di Trento – E’ giusto che un ente abbia la piena libertà di costruire un’attività per il tirocinante. APprezzo molto il progetto TCI l’ideale sarebeb che l’AIB facesse una cosa analoga al TCI con le sezioni. Ma ci sono lavori che il volontario fa.. c’è ambiguità. Quali associazioni fanno parte del Colap?

Risposta: Tributaristi, archeologi, Reiki, informatici, logopedisti, traduttori, ecc.

Rachele: Avendo le idee chiare possiamo cominciare un dialogo con altre esperienze e con le pubbliche amministrazioni, rispettando la tutela del diritto al lavoro, attenzione tra gestion e e integrazione.

Di Paolo: Il progetto del TCI è gestito dai volontari. Il volontario non minaccia il lavoro, può dare invece un contributo importante di energia e idee.

Carrara: Il rilancio economico di siti ‘morti’ è importantissimo.

CRIDEA; regione Umbria: gli enti hanno regolamento sull’uso del volontariato?

De Veris: gli enti – a parte le leggi – hanno statuti e regolamenti. Nelle LG abbiamo inserito i rieferimenti normativi nazionali e regionali di cui è bene tener conto.

Il TCI ha un progetto con finalità, non semplicemente ‘tenere aperto’ un luogo. Questo richiama la responsabilità degli enti, quando si lamentano delle mancanza di risorse: esistono forme di cooperazione, consorzi, unione di comuni, servizi associati, ecc,. che permettono di razionalizzare le spese e reinvestire. IN Umbria abbiamo la maggior parte dei comuni sotto i 20mila abitanti, i costi di gestione sono insostenibili. Allora sarebbe necessario adottare queste forme cooperative per risparmiare dove è possibile e spendere in ciò che rappresenta il valore aggiunto delel biblioteche. Qui in Umbria abbiamo ad esempio iniziato a tentare questo percorso con le biblioteche di Perugia, una cinquantina, per trovare forme condivise di collaborazione, ad esempio diversificando gli orari…

Rachele: esistono molte leggi regionali sul volontariato

Enrica: Negli standard regionali esistono dei punti di appoggio da conoscere e da far valere. Occorre essere presenti ai tavoli importanti

 

 

Ore 13:00 / 14:30 Pausa pranzo

La prevista “Poster session” non è stata realizzata

 

 

 

Seconda parte

TAVOLA ROTONDA Volontariato nelle biblioteche: esperienze, prospettive e punti critici

 

Introduce e modera Enrica Manenti, delegato AIB CEN per Lavoro e Professione  01:35 – 31:15

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Introduco i lavori del pomeriggio. Siamo pochi ma fortemente interessati a queste tematiche. Fare proposte per proseguire il lavoro. Due cose importanti mentre lavoravamo a questo convegno. Moltissimi bibliotecari sono anche volontari: o in altri settori o all’interno di biblioteche, utilizzando il bagaglio professionale. Anche l’AIB è fatta per lo più da volontari. L’AIB ha circa 1500 soci attivi, circa il 10% anche volontari per l’AIB. E’ un buon numero di ‘militanti’. L’AIB non potrebbe fare quel che fa se non avesse decine e decine di persone che si impegnano volontariamente per l’associazione. Nel cammino di costruzione delle linee guida sono emerse tappe. All’inizio abbiamo assistito a un’enorme diffusione del volontariato più o meno organico nelle biblioteche. Ci siamo trovati davanti a un fenomeno che non potevamo ignorare. La prima preoccupazione è stata stabilire i perimetri, dare gli strumenti ai bibliotecari, poi gli amministratori, e infine anche i volontari. La storia di questo documento indica un progressivo allargamento di prospettiva, utile non solo per i bibliotecari. Il titolo rivela il percorso di questo cammino. Si tratta di linee di indirizzo, che tiene conto della sussidiarietà. Le linee saranno presto disponibili online: oggi le preannunciamo, l’iter interno non si è ancora concluso ma è questione di giorni, qui trattiamo i concetti base. Il ruolo del volontariato, la gestione affidata ai bibliotecari professionisti sono i due punti cardine. Un breve elenco di elementi su cui abbiamo riflettuto: il ruolo del soggetto pubblico, il bene comune, la partecipazione dei cittadini è un valore, le biblioteche vanno alla ricerca di un consenso sociale perché i bibliotecari non avranno mai la forza..; partecipazione dei cittadini ai vari livelli. Diritto per accedere alla conoscenza. Il volontariato si impegna per l’inclusione sociale. Il diritto al lavoro: i volontari non devono sostituire i professionisti e non devono sottrarre le poche risorse. Se non riusciamo a convincere i decisori che i servizi culturali non sono accessori abbiamo dei limiti. Combattiamo la norma per cui le funzioni culturali sono accessorie, che le funzioni delle province non saranno riassegnate. Riconoscere il lavoro culturale. Occorre avere ben chiaro l’identità del professionista. Situazione drammatica del riconoscimento anche economico del professionista culturale.. Quel che discutiamo oggi è una parte del tutto.

La presenza dei volontari non è giustificabile con la necessità di ridurre le spese: occorre semmai ripensare la struttura.. esiste la cooperazione i consorzi, i sistemi. esistono tanti modi per cercare di migliorare la gestione: IL volontariato può integrare i servizi e stimolare la partecipazione dei cittadini alla comunità. Esempio: il “Multiplo” di Cavriago prevede un forte apporto di volontari ma su una base forte di bibliotecari professionisti. I cittadini hanno partecipato alla costruzione della biblioteca. La partecipazione dei cittadini è la base della partecipazione dei volontari, la biblioteca diventa servizio di base partecipata. Se c’è il professionista la presenza dei volontari ha senso. Se il bibliotecario è debole, è solo, i progetti di volontariato rischiano di generare confusione, la debolezza si assomma a debolezza. Usare correttamente le risorse volontarie. Abbiamo visto usi scorretti. Bisogna che i colleghi dove si sperimenta sappiano fare una valutazione. Se poi gli amministratori agiscono scorrettamente l’AIB si riserva di intervenire. Al bibliotecario competono in via esclusiva le attività proprie delle biblioteche. Abbiamo pochi riferimenti legislativi, uno è il Codice dei beni culturali. Entro pochi mesi dovremmo avere la norma tecnica UNI, con le attività del professionista. Mana mano ch e le cose cambiano si aggiorneranno le linee. E’ preferibile il rapporto con associazioni rispetto al volontario singolo, semmai iscritti a qualche registro. Per le esternalizzazioni è indispensabile il riferimento al codice dei contratti pubblici, imprescindibile negli appalti, sulla base dei profili richiesti dall’ente appaltante per definire trattamenti economici congrui (se ne parlerà il 10 giugno a Bari). Ad esempio una remunerazione di 5-6 euro lordi/ora non è congruo con nessuno dei profili che opera in biblioteca… Abbiamo visto che il rimborso spese dei volontari era sovrapponibile al compenso dei professionisti e crea confusione. Dobbiamo cercare di avere regole chiare, comportamenti conseguenti, difendibili davanti a qualsiasi interlocutore. La crisi si è innestata su una povertà strutturale delle biblioteche… Nonostante la crisi non dobbiamo far passare la linea che piuttosto che niente è meglio qualcosa….

Lucilla Less, AIB Lazio 31:50 – 51:15

Emergenze, beni culturali e volontari

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Riporto i contributi dei colleghi intervenuti in Emilia (presentato anche a Bologna qualche mese fa) . In queste situazioni quale forme di volontariato si attivano?. Bibliotecari del posto, poi di altre zone, volontari AIB, poi altre persone sensibili. Analogie con L’Aquila. Molti colleghi hanno avuto danni nelle proprie abitazioni o luoghi di lavoro. Sostegni anche a distanza. Nelle tendopoli maggior bi sogno di supporto. La ricollocazione di volumi nelle sedi non può essere affidata a persone non competenti. I volontari AIB hanno creato un raccordo con gli interventi, per evitare confusione, ottimizzando gli interventi. Verifica delle condizioni degli istituti. Notizie sul sito AIB. Non si può fare un intervento casuale su materiali delicati. Sito creato appositamente per veicolare informazioni e richieste. Il coordinamento MAB in Emilia non era attivo ma ha funzionato di fatto. Per l’Aquila è stato necessario utilizzare un capannone apposito per l’archivio. non si è perso di vista il ruolo sociale delle biblioteche. Non siamo molto preparati per le emergenze. Le ‘emergenze’ spesso sono fatti prevedibili. L’Italia è sismica, ma non siamo preparati. Non abbiamo contatti stabilito con la protezione civile. Va ribadito con forza il ruolo sociale e aggregativo delle biblioteche, non solo nei paesini ma nelle grandi città (es Roma). In Emilia alcune biblioteche hanno accolto gli sfollati. Il bibliobus. Raccolta di volumi e attrezzature. Ripristino di servizi.

Il volontariato esterno va bene ma deve esser coordinato da professionisti, come avviene anche nel campo medico. Regolamentare le gare di appalto delle esternalizzazioni. Sarà discusso a giugno. Il ruolo dei volontari è importante, apprezzabile l’intervento del TCI; dovrebbe accadere lo stesso nelle biblioteche e negli archivi

 

 

Giuseppe Bearzi, Associazione Intra Umbria – 51:40- 1:14:15

Le biblioteche dei libri salvati e altre storie

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Citazione di Plinio il Vecchio. Siamo un’associazione di volontari. Abbiamo pensato di salvare i libri che la gente butta via. I volontari trovano soluzioni in tanti ambiti. Il volontariato fa parte del Terzo Settore, che ha assunto importanza enorme in tutte le nazioni, Il TS non dovrebbe essere dipendente dagli altri due settori: dovrebbe avere una sua dignità e forza propria (Stato, Mercato, terzo Settore). Soggetti di natura privata.

Nei piccoli paesi in Umbria sono spariti tutti i presidi sociali (poste, scuole, ecc.). Cerchiamo di ridare vita a questi luoghi con i libri (che arrivano da ogni parte) e con i volontari. Li raccogliamo, li cataloghiamo con Anoobii, li dividiamo per temi, li collochiamo nelle varie località. Libri anche importanti (es libri in lingue particolari) Le biblioteche sono sedi per organizzare incontri e presentazioni, per animare i luoghi. Anoobii permette di far conoscere i libri e dove si trovano. Questo favorisce il turismo tematico culturale. Umbria come terra del sapere. I residenti ritrovano il senso della loro essenza, possono informarsi,. organizzare incontri.. ci vuole tempo, ma non c’è fretta. Coinvolti anche i villeggianti, ch escoprono così il territorio. Mancano gli spazi per accogliere i libri (oggi 40mila, potrebbero essere 200mila): Interesse dei comuni a rivitalizzare i luoghi. Poca collaborazione con le biblioteche pubbliche.

Serve più sostegno delle istituzioni, un centro raccolta per i libri. Raccordo con le biblioteche, un confronto e scambio per sopperire ai reciproci bisogni, anche per i giovani che sono in attesa di lavoro. Umbria come terra del sapere, non per un turismo di massa, rivalutazione del territorio. Noi abbiamo salvato i libri domani i libri potrebbero salvare l’Umbria. Questionari da compilare.

 

Sandra Fuccelli Circolo dei Lettori ad alta voce  (LAAV) – 1:14:35 – 1:17:10

Leggere ad alta voce, un servizio a portata di tutti

Membro del Circolo di Perugia che è legato al Circolo LAAV di Arezzo, con il quale siamo collegati e con cui abbiamo anche  copertura assicurativa. Siamo volontari di varie età con l’obiettivo di promuovere la lettura. Lettura come servizio alla portata di tutti, con professioni diverse. Per ascoltare e condividere: leggere per e con gli altri: per i bambini, gli anziani, gli ammalati. Incontri nelle biblioteche, in particolare per i bambini, partecipazione a Natii per Leggere. Siamo su Facebook, la rete ci permette uno scambio e un confronto.

 

Francesca Velani, Vicepresidente Promo PA Fondazione – 1:17:40 – 1:34:18

La Magna Charta del volontariato per i beni culturali: analogie con il volontariato per le biblioteche

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Rappresento una fondazione che agisce anche per la valorizzazione dei beni culturali. Abbiamo creato uno strumento per il volontariato sperimentato per tre anni in Toscana. Per questo progetto abbiamo coinvolto il centro per il volontariato (Cesvot). Volevamo capire quali  fossero i problemi e come collaboravano con biblioteche archivi e musei. Problemii che sono quelli che avete detto anche voi nelle biblioteche. Il volontariato. Abbiamo ceracto di capire come il volontariato potesse collaborare con le istituzioni. Metodologia di lavoro e spunti. Interpellate 1197 tra biblioteche archivi e musei toscani se e come lavoravano col volontariato. Poi indagine quantitativa, a cui ha partecpato anche Maria Stella Rasetti. La difficoltà di integrarsi nei ruoli, spazi per volontari per poratre avanti progetti insieme e coordinati. Progetti integratoi con le politiche nell’ente. Mettendo insieme abbiamo stilato una convenzione, e abbiamo fatto un percorso formativo comune (personale e volontari). Abbiamo chiesto di trovare un referente per il museo e uno per i volontari. Uno spazio anch esul web per scambiarsi informazioni ecc. Si tratta di cose semplici. Il corso ha stimolato la nascita di progetti condivisi, es osservazione dei visitatori, anche per l’allestimento (opere ignorate o ricercate), fund raising, Un altro progetto a Calci, volontari come testimoni del museo nelle scuole. Da qui si è capito che il volontariato poetcva dare di più e ha fatto ‘respirare’ il personale, facilitando lo scambio reciproche. Condividere con tutto il personale e tutti volontari. Occorre lavorare con associazioni, non con singoli volontari, Quest’anno la sperimentazione continua con il sostegno dellla Regione Toscana e la Direzione regionale Mibac, la MC dovrebbe diventare documento ufficiale. Quindi linee guida e convenzione. Importante dare un kit ai volontari con il materiale dell’istituzione. Progetti già realizzati come esempio di buone pratiche. A ottobre presenteremo i risultati di quest’altra tornata di esperienze. Abbiamo organizzato anche un tavolo con la protezione civile, per formare i volontari nelle emergenze.

 

 

Dibattito e conclusioni 1:34:25- 2:02:00

– Contatti con l’estero?

– A Londra e Helsinki, progetti di collaborazione tra volontari e musei . Es arte e malati terminali, coinvolgendo le famiglie. Attività con i bambini, letture a domicilio, nei centri di quartiere… premi per i volontari, attività terapeutica anche del volontariato.

– un’esperienza di un’azienda per far incontrare le esigenze e i progetti di volontariato (richiedere un contributo, l’audio si sente malissimo)

– il direttore del Cesvol Perugia Salvatore Fabrizio: i dati del censimento Istat del volontariato sono stati richiesti alla camere di commercio, non ai cesvol.. quindi occorre stare attenti. RIcerca fatta da Unicredit. Siamo sotto il 5% di popolazione attiva che fa attività di volontariato. (0,7% del Pil). Il TS (inclusi i volontari) invece arriva al 4,3 % del Pil (67 mld di euro). I settori sono abbastanza distribuiti. In Umbria è stato fatto un censimento dal cesvol insieme all’AUR nel 2005:  390 associazioni, 165 APS. Esistono anche molte associazioni ‘dormienti’. (richiedere dati). 592 associazioni culturali dove cultura è l’attività prevalente. Anche noi abbiamo rilevato problemi, a volte diffidenza, mancanza di progettualità… il ‘volontariato sciolto’ nelle fasi iniziali crea difficoltà. Occorre valorizzare il volontariato e ‘sistematizzare’ le collaborazioni, corsi di formazione concordati (es ospedali). Quale realtà idi vol. culturale in Umbria?

– questo convegno è solo l’inizio, ha prodotto numerosi stimoli e ha aperto prospettive; il rpogetto Magna Charta è interessante. Trasparenza e rispetto sono importanti. Intraprendere un cammino. Ritrovare ‘verve’ per dialogare con i nostri interlocutori istituzionali. Nuove alleanze possono aiutare.

– – Sarebbe importante dare una continuità a questo convegno, con altri incontri, per poter condividere le esperienze e collaborare. Es abbiamo organizzato corsi di legatoria molto richiesti.

– Abbiamo ascoltato molte esperienze importanti. Comincia un dialogo con le associazioni, molto importante, anche nelle regioni, per ampliare le conoscenze. Dobbiamo stilare un documento per raccontare gli interventi e le opportunità. Avere ben chiaro il ruolo del professionista e quello dei volontari, intendendo comunque il personale di supporto (s civile, tirocinanti, ecc.). Il documento delle linee guida sarà presto disponibile su Aib Web, sarà integrato e aggiornato. Dopo Assisi ci vedremo a Bari il 10 giugno per un convegno sulle esternalizzazioni (per cui stiamo preparando altre linee guida).

 

 

 

Note logistiche e tecniche

Il convegno è svolto nella sala Romanica del Sacro Convento di Assisi, 160 posti a sedere.

Al convegno hanno partecipato – tra mattina e pomeriggio –  una cinquantina di persone, bibliotecari, soci AIB e non, studenti, volontari, rappresentanti di associazioni.