La commissione, nominata a luglio 2018, si è riunita per la prima volta via Skype il 16 ottobre 2018, con la partecipazione di tutti i membri: Valentina Atturo, Luciana Battagin, Giuliano Genetasio, Maria Chiara Giunti, Maria Chiara Iorio, Erica Vecchio e, per il primo punto trattato, anche con Anna Lucarelli.

Nel corso di tale riunione la Commissione ha condiviso i seguenti obiettivi di massima della propria programmazione, dei quali qui si presenta un primo disegno di sviluppo:

1) Catalogazione semantica in SBN

La cooperazione sul versante dell’indicizzazione semantica è una delle questioni ancora da risolvere per rilanciare il Servizio bibliotecario nazionale (SBN).

A fronte delle maggiori criticità (pochi dati semantici in SBN, non sempre correttamente e uniformemente inseriti) sarebbe necessario:

incoraggiare la catalogazione semantica in SBN per far fronte al progressivo impoverimento dei dati semantici nell’Indice (su 12 milioni di record in Indice, poco più di 2 milioni e mezzo sono corredati da elementi semantici);

fornire alle biblioteche e ai Poli che inviano soggetti in Indice SBN linee guida (documento di ‘buone prassi’, con taglio applicativo) >> ICCU/BNCR/BNCF + referenti della catalogazione semantica presso Poli e biblioteche della nuova gerarchia;

organizzare la formazione su due linee d’azione: l’applicazione del Nuovo soggettario in SBN intesa sia come normativa, sia come catalogazione pratica (creazioni e catture di soggetti e classi);

agire sul fronte dell’aggiornamento dei dati semantici dell’Indice (caricamenti di stringhe): implementazione dell’archivio dei soggetti e delle classi nell’Indice SBN. Dopo il caricamento in Indice dei soggetti di CFI-CF e BVE-CR >> successivi caricamenti in Indice SBN secondo l’ordine di una nuova gerarchia di Poli e biblioteche. All’implementazione dell’archivio dei soggetti dovrebbe corrispondere una sua omogeneizzazione e standardizzazione: allo stato attuale la situazione è molto caotica;

aggiornamento della gerarchia degli 11 Poli soggettatori in Indice SBN selezionati in origine (1997) sulla base di un duplice criterio, qualitativo (Soggettario 1956) e quantitativo (percentuale delle notizie inviate in Indice, numero soggetti e legami titolo-soggetto inseriti dal Polo) >> A tale proposito l’ICCU (il 21 settembre 2018) ha inviato ai componenti del Comitato tecnico scientifico di SBN la richiesta di adozione di una gerarchia aggiornata.

‘svecchiamento’ delle stringhe di soggetto in Indice SBN: ad oggi il 91% delle stringhe di soggetto sono FI (Soggettario 1956), il 5% sono FN (Nuovo soggettario 2007); il restante 4% sono FE (Firenze entrambi);

condivisione di elementi di authority tra le biblioteche e i Poli che soggettano in Indice per avviare programmi massivi e finanziati volti alla ‘pulizia’ dei soggetti in Indice >> coinvolgere tutta la comunità alla cooperazione attiva sulla pulizia dei dati dell’A.F. SBN anche in relazione ai soggetti

cfr. progetto Coming AUTH: per una bonifica e implementazione dell’authority file di SBN >> da dove ripartire?

L’AIB potrebbe:

1. potenziare la formazione (Nuovo soggettario + SBN soggetti e classi);

2. coinvolgere tutta la comunità SBN sulla ‘pulizia’ dei dati semantici in Indice con progetti da definire;

3. sollecitare una maggiore integrazione tra l’OPAC SBN e il Thesaurus (vedi spinosa questione del link !);

4. incentivare la catalogazione semantica suddividendo compiti e responsabilità (vedi proposta di A. Lucarelli della soggettazione per discipline);

5. (ri-)porre al centro dell’attenzione della comunità dei bibliotecari lo status della catalogazione semantica partendo dalle reali difficoltà ed esigenze dei catalogatori: corsi di due giorni non sono sufficienti per imparare a soggettare con il N.S., pensare a **strategie formative diverse**: es. corsi e-learning più lunghi su piattaforma dedicata?

6. concorsi a premi >> pensare a possibili modalità di valorizzazione delle realtà bibliotecarie più virtuose nel campo dell’indicizzazione semantica.

2) Valorizzazione del patrimonio manoscritto

Il Censimento del patrimonio bibliografico italiano, a partire da quello manoscritto, necessita di nuovo impulso.

Con riferimento alla base dati Manus Online https://manus.iccu.sbn.it e al periodo di monitorato (maggio-agosto 2018), ecco alcuni dati quantitativi:

A fronte di 350 biblioteche aderenti, si riscontra una notevole difformità regionale: Abruzzo: 1; Basilicata: 3; Calabria: 3; Campania: 20; Emilia Romagna: 18; Friuli Venezia Giulia: 4; Lazio: 33; Liguria: 3; Lombardia: 90; Marche: 4; Molise: 2; Piemonte: 3; Puglia: 17; Sardegna: 40; Sicilia: 5; Toscana: 63; Trentino Alto Adige: 20; Umbria: 16; Veneto: 5.

Schede inserite: 172.762; titoli inseriti: 293.097; immagini inserite: 27.148; immagini di catalogo inserite: 4.011; nomi inseriti: 283.102

Numero di progetti speciali: 4 Si tratta di: Censimento dei manoscritti medievali della Lombardia; Censimento Internazionale Manoscritti francescani; Illuminated Dante Project; Censimento dei manoscritti medievali della Sardegna. Ad essi seguono altri progetti in via di definizione.

Attuali strategie in corso presso ICCU (Area di attività per la catalogazione dei manoscritti):

Prossima (dal 2019) lettera ai direttori delle biblioteche per

 rinsaldare i rapporti con le biblioteche che partecipano al progetto di catalogazione con Manus Online (MOL);

 aggiornare l’elenco dei responsabili della catalogazione manoscritta;

 verificare la catalogazione dei fondi manoscritti;

 corsi sulla versione della procedura del s/w MOL (cfr. https://manus.iccu.sbn.it/aNews.php?id=81);

 problematiche di authority cfr. Linee guida (https://manus.iccu.sbn.it/upload/LINEE_GUIDA_MOL.pdf).

L’AIB potrebbe concordare con l’ICCU strategie d’intervento per trovare terreni comuni di collaborazione per garantire un buon livello di catalogazione dei manoscritti:

attività di sensibilizzazione delle biblioteche sul territorio soprattutto per un maggiore coinvolgimento di alcune realtà regionali ancora non sufficientemente attive nel progetto MOL;

eventuali forme di collaborazione tra AIB e ICCU per la divulgazione e l’organizzazione di attività formative sulla catalogazione dei manoscritti;

impegno concreto dell’AIB per ripristinare e valorizzare la figura del bibliotecario conservatore.

3) Deposito legale

Il Deposito legale –l’obbligo di depositare in un certo numero di biblioteche i materiali bibliografici pubblicati–è un istituto di importanza fondamentale per la realizzazione di un controllo bibliografico efficace su scala nazionale. In Italia esso è regolato dalla L. 106/2004, dal successivo D.P.R. 252/2006, integrati a loro volta da vari accordi, circolari, note di chiarimento, ecc.

Nonostante l’importanza della L. 106 –che ha rivoluzionato l’istituto del DL, dichiarando l’obiettivo della realizzazione di un duplice Archivio nazionale e regionale della produzione editoriale italiana –e del successivo D.P.R. 252, che chiariva e completava alcuni punti della Legge, a distanza di dodici anni rimangono diverse zone d’ombra in cui i testi normativi sono ambigui o incompleti; a volte è invece l’applicazione dei testi normativi da parte dei vari attori coinvolti a essere parziale; in altri casi ancora sono nel frattempo sorti nuovi problemi che i testi normativi non contemplavano o non contemplavano adeguatamente.

Tra le questioni aperte vi sono:

1) la mancanza di chiarezza, presso editori ed autori, degli obblighi di legge relativi al DL (spesso sono gli autori a inviare in luogo degli editori) e già dello stesso significato del DL, spesso confuso con il diritto d’autore;

2) la resistenza di alcuni editori ad adempiere agli obblighi del DL, visto più come un ostacolo che come un servizio;

3) la scarsa efficacia dei controlli sull’adempimento del DL da parte delle biblioteche, generalmente basati esclusivamente su una verifica della corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente inviato, senza verificare ciò che è stato effettivamente pubblicato;

4) la questione correlata dell’inefficacia del sistema di sanzioni così come stabilito dai testi normativi –che è rimasto in larga parte disapplicato;

5) i fenomeni tra loro connessi del self-publishing e del print on demand, il primo già oggetto di chiarimenti che però rendono più complessi i controlli da parte delle biblioteche, il secondo –e in particolare il problema delle tirature variabili –che elude la logica dei testi normativi, basati su tirature in numero fisso;

6) il Deposito legale digitale, trattato solo brevemente dai testi normativi che ne stabiliscono il carattere volontario e su base sperimentale;

7) il Deposito legale regionale, regolamentato solo successivamente rispetto al DL nazionale e rispetto a quello rivelatosi di applicazione più problematica perché non sempre collimante con la mission e la fisionomia delle collezioni degli istituti individuati;

8) il numero complessivo, a livello nazionale e regionale, di copie previste dal DL (4), da qualcuno ritenute eccessive;

9) la questione correlata del carattere difficilmente realizzabile e forse non auspicabile di un obbligo di DL indiscriminato per tutte le tipologie di pubblicazioni –esiste già una stop list dei “materiali minori” non soggetti o soggetti parzialmente a DL, ma è migliorabile;

10) la definizione, presente ma non chiarissima, degli obblighi a cui sono tenuti gli istituti beneficiari del DL;

11) la questione correlata dell’applicazione incompleta di quegli obblighi da parte delle biblioteche (si stima che la BNI censisca solo il 36% di quanto ricevuto per DL).

Obiettivi dell’AIB potrebbero essere sia quello di sensibilizzare maggiormente gli editori al DL (servizio e non ostacolo) e di realizzare campagne informative presso editori ed autori per espletare correttamente l’obbligo del DL, sia quello di stabilire buone prassi di gestione del DL da parte delle biblioteche, sia ancora quello di sollecitare –per i punti ambigui o incompleti dei testi normativi –

l’intervento della Commissione nazionale per il deposito legale della DGBIC e più in generale del MiBAC.

La Commissione intende inoltre seguire e rimanere aggiornata sul processo di sperimentazione e attuazione del Deposito legale digitale in Italia specie con l’approvazione imminente dello specifico decreto attuativo.

4) Prestito interbibliotecario nelle biblioteche afferenti al MIBAC

Nel documento finale del Gruppo di lavoro sulle biblioteche pubbliche statali del DGBIC http://eprints.rclis.org/32664/ (a p. 9) si chiede una chiara definizione delle politiche di tariffazione dei servizi bibliotecari. Attualmente non esistono criteri chiari e univoci. Il principio guida dovrebbe essere quello di assicurare la gratuità dei servizi, o il recupero delle sole spese vive, ed evitare transazioni monetarie superflue (e onerose da gestire anche dal punto di vista amministrativo) per il prestito interbibliotecario e il document delivery, almeno quando sia sufficientemente equilibrato, sia per le richieste di uso personale o per il riutilizzo di opere libere da diritti di terzi.

Organizzato nelle biblioteche MIBAC secondo il regolamento del 1995, il prestito interbibliotecario necessiterebbe, a nostro parere, di innovazioni/semplificazioni che tengano conto di:

diversi livelli di raggruppamento fra biblioteche che si intersecano tra loro: biblioteche MIBAC, biblioteche SBN, biblioteche ILL-SBN, biblioteche NILDE, biblioteca extra-SBN

gratuità reciproca vs. sistemi di pagamento: le biblioteche afferenti al MIBAC applicano di fatto un tariffario “anacronistico” (risalente al 1999, esso propone cifre in Lire e un rimborso spese per Fotocopie che oggi viene applicato ad un Document Delivery “elettronico”) che obbliga a tenute di cassa e rendicontazione contabile, nonché conservazione di documenti; l’uso di Voucher IFLA, ideato per semplificare gli scambi fra biblioteche, soprattutto se di diverse nazionalità, non è risolutivo per i rimborsi da parte di biblioteche e utenti.

sofware di gestione: ILL-SBN, NILDE, sistemi gestionali delle singole biblioteche dovrebbero tendere ad un’integrazione (già alcuni passi sono stati fatti, per es. con l’integrazione ILL-SBN nei software SBN, ma con alcuni problemi, per es. la gratuità reciproca prevista dal sistema NILDE)

servizio ILL dal punto di vista degli utenti: all’interno delle stesse biblioteche afferenti al MIBAC il servizio si eroga in modi diversi, quanto a

o Modalità di pagamento delle spese

o Prestito a domicilio vs. Consultazione solo in sede

o Scelte di servizio solo nazionale o anche internazionale

AIB potrebbe svolgere il ruolo di promotore per un Servizio quanto più possibile condiviso in modalità, costi e rimborsi, pratiche.

5) Richiesta di assunzione di personale qualificato a seguito degli innumerevoli pensionamenti

Nel Resoconto della seduta del 13 novembre 2017 del Consiglio Superiore dei Beni culturali e paesaggistici del MIBACT http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1519211234845_Resoconto_CSBCP_13_novembre_2017.pdf (p. 11) fra l’altro, a proposito del personale operante nelle biblioteche, si auspica un rinnovamento generazionale che purtroppo con il recente grande concorso per funzionari tecnici è avvenuto solo marginalmente perché fra i vincitori e gli idonei non ce n’era nemmeno uno che avesse meno di 30 anni.

Una parte consistenze del personale che attualmente lavora in biblioteca è entrata in servizio negli anni Ottanta e nel giro dei prossimi anni andrà in pensione; inoltre la quota 100 per le pensioni inserita nella finanziaria rischia di incentivare ulteriormente l’uscita dal servizio che si configurerebbe così come una sorta di esodo di massa di personale dalle strutture pubbliche. A fronte di ciò il ministro del MIBAC ha promesso 4.300 assunzioni nel settore cultura entro il 2020, per arrivare a 6.000 assunzioni entro l’anno 2023. Il ministro ha accennato anche a un temporaneo, volontario, collocamento nelle biblioteche di personale docente precario. L’AIB ha già espresso la propria contrarietà a quest’ultima prospettiva, dato che le biblioteche necessitano di personale appositamente formato e motivato e quello dei docenti è un altro mestiere, per cui difficilmente sarebbero motivati nel ruolo di operatori di biblioteca. D’altro canto le università italiane offrono una ricca scelta di corsi di laurea in scienze biblioteconomiche da cui escono giovani opportunamente formati.

L’obiettivo che si vorrebbe raggiungere è quello di favorire l’incontro fra domanda e l’offerta di personale giovane (ricambio generazionale) e opportunamente formato in specifiche scuole che troppo spesso non trova adeguata collocazione lavorativa.

Per favorire l’ingresso dei giovani si possono mettere a bando posti per figure di assistenti tecnici bibliotecari (controllare le diciture giuste), che non necessitano di master o dottorati, e che quindi non comportano una selezione a monte di fatto per età come è avvenuto per i concorsi per funzionari.

La Commissione potrebbe, in concerto con l’Osservatorio lavoro della stessa AIB, aggiornare una sorta di manifesto delle competenze che le biblioteche richiedono, che il bibliotecario dei tempi digitale dovrebbe avere. Individuare le competenze che hanno i giovani che escono dalle università per cercare di arruolarli nelle biblioteche tramite concorsi con bandi elaborati in modo tale da intercettare i giovani che escono dalle università avendo seguito corsi di formazione alla professione bibliotecaria.

6) Meccanismi di premiazione dei partecipanti a SBN

Nel documento finale del Gruppo di lavoro sulle biblioteche pubbliche statali del DGBIC http://eprints.rclis.org/32664/ (p.4) si dice che occorre promuovere la partecipazione a SBN di tutte le biblioteche italiane che ricevono finanziamenti pubblici.

Poiché non pare possibile obbligare a partecipare a SBN le biblioteche pubbliche né tantomeno quelle che comunque ricevono finanziamenti pubblici, si potrebbe incentivarle valorizzando l’utilità di partecipare a SBN, pensando a qualche forma di incentivo/premiazione per i partecipanti a questa che è la più grande rete di biblioteche in Europa. Potremmo informarci su eventuali incentivi alla adesione a sistemi bibliotecari partecipati in altri Paesi.